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Inni, preghiere e Invocazioni

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Inni, preghiere e Invocazioni Empty Inni, preghiere e Invocazioni

Messaggio Da Angelodiluce Mar Nov 03, 2009 5:11 pm

Parlare di preghiere in ambiente pagano o wiccan appare istintivamente come una stonatura che ci riporta in ambito cattolico. La maggior parte di noi, infatti, ha imparato che la preghiera non è altro che una richiesta che viene ascoltata da qualcuno che si trova “dall’altra parte” e che la esaudisce se la ritiene giusta e dove l’uomo è assolutamente passivo. La preghiera sarebbe una combinazione di fede umana e di volontà divina assolutamente trascendente e incondizionabile da parte dell’uomo, che supera le leggi fisiche e modifica i nessi aristotelici di causa-effetto che determinano gli avvenimenti. Un miracolo insomma.
In realtà non vi è nulla di più diverso dalla preghiera intesa in senso pagano.
Non c’è nessuno che ci ascolta “dall’altra parte”, chi ascolta la preghiera è qui, in virtù del principio di immanenza della divinità che caratterizza la visione pagana dell’esistenza; l’uomo non è per niente passivo nella sua richiesta sia nei tentativi di raggiungere quegli stati alterati di coscienza che gli permettono la comunicazione col divino che per quanto riguarda le pratiche associate alla preghiera che fanno si che questa venga ascoltata: la scelta di ore planetarie adatte, l’uso di immagini erbe o incensi adatti. Se andiamo a stringere possiamo parlare di una combinazione di volontà umana e di volontà divina che si incontrano e compenetrano in virtù del principio che l’alto richiama il basso e che il simile attrae il simile.
Come molti avranno già capito, c’è uno stretto legame tra preghiera e incantesimo. Premettendo che non tutti gli wiccan ed i pagani amano praticare incantesimi, resta il fatto che questi sono un po' come preghiere, e sono utilizzati per creare un cambiamento necessario nella propria vita. Però, come già detto, ma vale la pena sottolinearlo di nuovo, le preghiere sono una richiesta affinche' una Divinita' esterna effettui il cambiamento, per la maggioranza delle Streghe e degli Wiccan, la Divinita' si trovi in tutto, compresi noi stessi e quindi a diritto diciamo che gli incantesimi sono l' incanalamento della divinita' che e' in noi stessi, la nostra stessa energia, per creare il cambiamento.
Con le dovute premesse e le dovute specificazioni possiamo parlare di preghiera anche in ambito pagano.
E’ d’obbligo in questa sede spiegare la distinzione tra invocazione ed evocazione, termini che molte- troppe- volte troviamo usati indistintamente, come se fossero sinonimi o intercambiabili tra loro.
Terminologicamente:
- IN voco: Chiamo "dentro" di me, come gli Dei cui è chiesto di scendere sul sacerdote e sulla sacerdotessa durante un rituale.
- EX voco = Chiamo "fuori" da me, fuori dal mio corpo e dalla mia mente. Evoco gli Elementali durante la formazione del Cerchio.
Secondo molti le particelle latine IN e EX indicherebbero al provenienza, il movimento dell’energia-entità chiamata, quindi evocare significherebbe chiamare “da dentro”, mentre invocare chiamare “da fuori”. In realtà IN e EX definiscono solo “il bersaglio” dell’operazione. Evoco infatti anche gli spiriti da mondi esterni al mio. Questa precisazione non esclude tuttavia la prima definizione, si può dire che la comprenda. Infatti posso ANCHE evocare da dentro, come nel caso dell’energia che incanaliamo per creare il cerchio, anche se in questo caso si parla più propriamente di canalizzazione.
L'inno, è una composizione poetica, che può essere abbinata alla musica, di argomento elevato: patriottico, mitologico, religioso. Nell'antichità l'inno era soprattutto un componimento di carattere religioso dedicato alla divinità e alla sua glorificazione; in questo caso lo consideriamo in quest’accezione. Può avere finalità rituali o no, alcuni amano recitare degli Inni dedicati alla divinità prima dell’invocazione oppure in particolari momenti della giornata, come le abluzioni e le devozioni quotidiane, se si usa farne. L’inno wiccan più famoso è il Rede, dove si trovano consigli riguardanti la morale e la pratica wiccan.
La parola MANTRA deriva dalla combinazione di manas (mente) e trayati (liberare). Il mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente e di generare stati elevati di coscienza illuminata. Secondo John Woodroffe (Arthur Avalon), il japa, ovvero la ripetizione del mantra, può essere paragonato all’azione di un uomo che scuote un dormiente per risvegliarlo.
I mantra sono suoni che vengono ripetuti in continuazione e che hanno particolari effetti sul sistema nervoso in virtù del loro potere vibratorio, che occupa la parte verbale del cervello, inibendo così il normale flusso dei pensieri.
Per Fritjof Capra il fine di queste tecniche è quello di mettere a tacere la mente pensante per far scivolare la consapevolezza dal modo razionale a quello intuitivo.
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