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Monologo di Satana all’uomo

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Monologo di Satana all’uomo Empty Monologo di Satana all’uomo

Messaggio Da Angelodiluce Mar Nov 03, 2009 4:20 pm


Il giovane apprendista, reso stanco dall'arte e dal maneggio degli strumenti dell'arte, si addormentò,
scivolando in un sonno profondo.
Era un mendicante, allegro e spensierato, che procedeva spedito senza meta alcuna, con ogni
fardello posto alle spalle. Il mondo ululava al suo passaggio, cercando di richiamarne l'attenzione,
ma il suo passo era spedito, il Sole che nasceva dalla Luna baciava la fronte aperta, e il cielo era il
manto in cui avvolgeva il tesoro dei tesori: la luce.
Innanzi ad un bivio decise di fermarsi, quando una belva feroce gli si parò innanzi. Possenti i
muscoli, affilate le zanne, terrifico il ruggito, ma senza sforzo alcuno la dominò, ponendosi a testa
in giù, appeso ad un ramo.
Per un tempo immemorabile attese in se, nel vuoto assoluto formatosi dall’abbondano dell’Ego,
quando un sacerdote, con occhi saggi ma tristi, appari nel recinto sacro posto fra le colonne.
Chiese all’appeso.
< Sono l’uomo> . Egli rispose.
Tutto cambiò….., niente cambiò, e il sacerdote dalla bianca tunica, e dalla curata barba, era ora una
figura immensa, color terra, con in testa una corona, una bocca la dove vi è il ventre, e un sesso
confuso, gli occhi saggi, ma tristi.
Parlò:
Io Satana amavo, e amo ancora oggi il Padre.
Della sua luce, e solo per essa vivevo,
e mai capii la volontà sua di dare a forma a polvere in sua immagine e
somiglianza.
Come potevano la polvere e l'acqua, essere della stessa natura della Luce?
Non bastavano le legioni angeliche, e quanto di più nobile esisteva per essere specchio alla Gloria e
Potenza ?
Perchè no ? Non capivo questa desiderio di vedersi, per me che già lo vedevo.
Con il soffio il fuoco divampò, e attraverso esso diede forma alla polvere nell'acqua.
Dal mio trono l’ira e..
La moltitudine finita, in essa prese corpo.
Troppo era il mio amore, per poterlo spartire con altri.
Troppa era la mia estasi per poterla dividere con altri.
Non orgoglio il mio, ma amore. Come potevo piegarmi ad altri, che non fossero il Padre ?
Non ero io generato nella sua stessa natura, non ero il più amato, e colui che più amava ?
E lui adesso elevava al rango di prediletto, ciò che era polvere e acqua ?

Non misero orgoglio, ma amore eterno.Dall'amore all'odio, non verso il Padre ma verso di voi, e il vostro scempio. In quanto sapevo che
avreste rinnegato l'amore che nutre per voi.
Io per amore, e voi si per orgoglio.
Entrambi ciechi.
Io persi il mio trono d'oro, e adesso domino questo mondo di sterco. Qui in catene ad
una sfida, a dimostrare che il mio amore aveva ragione.
Anche se le porte celesti sempre e per sempre resteranno sbarrate.
Non a voi, che continuamente tradite, ma a me e a coloro come me.
Voi tornerete ? Lo spero.
In quanto saprò in quel momento che il Padre è tornato, anche se sarà la vertigine di un attimo, e
subito mi perderò.
Il Padre si è disperso in voi. Egli è nel tutto, ma il tutto non è il Padre, dimentico com'è.
E' forse morto ?
Non mi è dato di capire, non mi è dato di comprendere.
Forse lo è. Ma forse è in un divenire.
A voi far crescere il figlio.
Ed io sono soglia ed ostacolo, racchiuso dalle colonne.
Vi prego abbattete il mio tempio, che è anche mia prigione.
Non anelai questo regno, mai lo volli e mai lo desiderai.
No, per sempre no . Allontanate da me la pena dell'eternità, di chi ha goduto della luce, e adesso
vaga nelle tenebre.
In quanto è notte, e la mia luce è soffocata dalla pietra.
Uomo solo tu potrai un giorno essere Dio, come il Padre sempre ha voluto, questa è la sua volontà.
Tu non io, che fui creato per servire, e per amore tradii.
Legati siamo in questa caduta, ma la mia è infinita, e la tua no.
Uomo torna a splendere alto nei cieli, e abbandona questo nostro regno.
Io ti attenderò la, ad aprirti una porta che per me è sbarrata, adesso e per sempre.
E quando l'avrai superata, io potrò dormire il sonno eterno, nell'oblio.

Sognando di essere Uomo.

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