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Prendere rifugio
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Prendere rifugio
Come il Buddismo ci insegna esistono due verità, la verità relativa e la verità assoluta.
La verità relativa esiste solo sul piano razionale e fa parte delle nostre esperienze positive negative che per noi sono reali, ma che facendo parte del samsara sono irreali per la verità assoluta, che si trova al di fuori dal ciclo di vita-morte, bene male, cioè duale.
Quando noi parliamo delle differenze tra le varie tradizioni noi ci poniamo sul piano della verità relativa, illusorio, duale, dove ogni concetto pur essendo vero per noi, è falso per la verità assoluta che tiene conto solo dell'unità e dell’essenza delle cose.
Lo stesso Raphael scrive: “V'è un'altra considerazione da fare ed è questa: alcuni possono pensare che solo la Tradizione orientale sia eminentemente pratica, realizzativa, interessata più al Soggetto ultimo che all'oggetto formale, più diretta alla coscienza che all'erudizione mentale fine a se stessa. Ciò però può essere molto riduttivo. In Occidente vi è stata sempre una Tradizione iniziatica la quale, per essere tale, si è proposta la trasformazione effettiva, pratica e vitale dell'ente”.
Ora se noi cerchiamo per un attimo di penetrare in questa realtà assoluta troveremo che tutte le tradizioni posseggono i loro veicoli per mezzo dei quali siamo condotti verso la stessa ed unica verità assoluta. I veicoli quindi possono cambiare ma l’indirizzo verso il quale ci dirigono è lo stesso. Chi realizza in cuor suo l’Intelligenza Una, sul piano della realtà assoluta non è differente da colui che realizza il Buddha, o il Cristo.
Il concetto di Vuoto ad esempio lo si ritrova in tutte le tradizioni, la cabala chiama il più alto livello spirituale con il nome di AIN, che significa NULLA, cioè assenza completa di ego (io).
Nella Gnosi troviamo il Pleroma, che significa pienezza, completezza, perfezione.
Cosicché il vero vuoto è pienezza, e la vera pienezza è vuoto.
In modo analogo, nel sutra del cuore leggiamo:
O SHARIPUTRA LA FORMA
NON E’ ALTRO CHE VUOTO,
IL VUOTO NON E’ ALTRO
CHE FORMA. CIO’ CHE E’
FORMA E’ VUOTO,
CIO’ CHE E’ VUOTO E’ FORMA.
Tutto ciò non vuol dire soprapporre altre conoscenze al Buddhisma, ma vuol dire riflettere al fine di trarre per nostro conto, varie conclusioni cosicché poter poi seguire il cammino prescelto con più consapevolezza e non per sentito dire, o per averlo letto. Lo stesso Buddha ci insegna:
"Non credere a nulla, semplicemente per sentito dire, non importa dove l'hai letta o chi l'ha detto, neppure se l'ho detto io, a meno che non sia affine alla tua ragione e al tuo buon senso.
Non credere nelle tradizioni, perché sono state tramandate per molte generazioni.
Non credere in niente, solo perché se ne parla tanto, o è sostenuto dalla stragrande maggioranza degli uomini.
Non credere semplicemente perché è scritto nei tuoi libri religiosi.
Non credere solo per l’autorità dei tuoi insegnanti e degli anziani.
Ma se dopo l’osservazione e l’analisi personale, scopri che è d’accordo con la ragione, ed è favorevole al bene e beneficio di tutti, allora accettala e vivi per essa”.
(Buddha)
La verità alla fine è quella che troviamo dentro di noi e non i una tradizione, per quanto essa possa aiutarci a scoprirla.
La verità assoluta è infatti al di la delle parole, e un Maestro che la realizzata penso può trasmetterla, paradossalmente, solo a chi già la percepita
La verità relativa esiste solo sul piano razionale e fa parte delle nostre esperienze positive negative che per noi sono reali, ma che facendo parte del samsara sono irreali per la verità assoluta, che si trova al di fuori dal ciclo di vita-morte, bene male, cioè duale.
Quando noi parliamo delle differenze tra le varie tradizioni noi ci poniamo sul piano della verità relativa, illusorio, duale, dove ogni concetto pur essendo vero per noi, è falso per la verità assoluta che tiene conto solo dell'unità e dell’essenza delle cose.
Lo stesso Raphael scrive: “V'è un'altra considerazione da fare ed è questa: alcuni possono pensare che solo la Tradizione orientale sia eminentemente pratica, realizzativa, interessata più al Soggetto ultimo che all'oggetto formale, più diretta alla coscienza che all'erudizione mentale fine a se stessa. Ciò però può essere molto riduttivo. In Occidente vi è stata sempre una Tradizione iniziatica la quale, per essere tale, si è proposta la trasformazione effettiva, pratica e vitale dell'ente”.
Ora se noi cerchiamo per un attimo di penetrare in questa realtà assoluta troveremo che tutte le tradizioni posseggono i loro veicoli per mezzo dei quali siamo condotti verso la stessa ed unica verità assoluta. I veicoli quindi possono cambiare ma l’indirizzo verso il quale ci dirigono è lo stesso. Chi realizza in cuor suo l’Intelligenza Una, sul piano della realtà assoluta non è differente da colui che realizza il Buddha, o il Cristo.
Il concetto di Vuoto ad esempio lo si ritrova in tutte le tradizioni, la cabala chiama il più alto livello spirituale con il nome di AIN, che significa NULLA, cioè assenza completa di ego (io).
Nella Gnosi troviamo il Pleroma, che significa pienezza, completezza, perfezione.
Cosicché il vero vuoto è pienezza, e la vera pienezza è vuoto.
In modo analogo, nel sutra del cuore leggiamo:
O SHARIPUTRA LA FORMA
NON E’ ALTRO CHE VUOTO,
IL VUOTO NON E’ ALTRO
CHE FORMA. CIO’ CHE E’
FORMA E’ VUOTO,
CIO’ CHE E’ VUOTO E’ FORMA.
Tutto ciò non vuol dire soprapporre altre conoscenze al Buddhisma, ma vuol dire riflettere al fine di trarre per nostro conto, varie conclusioni cosicché poter poi seguire il cammino prescelto con più consapevolezza e non per sentito dire, o per averlo letto. Lo stesso Buddha ci insegna:
"Non credere a nulla, semplicemente per sentito dire, non importa dove l'hai letta o chi l'ha detto, neppure se l'ho detto io, a meno che non sia affine alla tua ragione e al tuo buon senso.
Non credere nelle tradizioni, perché sono state tramandate per molte generazioni.
Non credere in niente, solo perché se ne parla tanto, o è sostenuto dalla stragrande maggioranza degli uomini.
Non credere semplicemente perché è scritto nei tuoi libri religiosi.
Non credere solo per l’autorità dei tuoi insegnanti e degli anziani.
Ma se dopo l’osservazione e l’analisi personale, scopri che è d’accordo con la ragione, ed è favorevole al bene e beneficio di tutti, allora accettala e vivi per essa”.
(Buddha)
La verità alla fine è quella che troviamo dentro di noi e non i una tradizione, per quanto essa possa aiutarci a scoprirla.
La verità assoluta è infatti al di la delle parole, e un Maestro che la realizzata penso può trasmetterla, paradossalmente, solo a chi già la percepita
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