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Gli Gnomi: Spiriti della Terra

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Gli Gnomi: Spiriti della Terra Empty Gli Gnomi: Spiriti della Terra

Messaggio Da Angelodiluce Mer Giu 30, 2010 8:41 am

Parlare di esseri che abitano i mondi sottili ed invisibili reca indelebile la difficoltà di trasmettere una conoscenza che ai meno sensibili, in termini di percezione sensista, può sembrare solo frutto di fantasia.

L’argomento che tratterò potrà dunque lasciare scettici o indifferenti i profani, mentre per coloro che, in maggiore o minore misura, sono familiari alle tematiche esoteriche, toccherò temi già noti, cercando di sviluppare il discorso in funzione delle interazioni ed influenze che gli spiriti elementari hanno inevitabilmente con e sull’uomo.



Gli spiriti elementari, più in generale, rappresentano delle entità senzienti abitatrici del mondo astrale[1] che si interpone tra il mondo materiale e quello divino. Il mondo astrale o Anima Mundi, può essere identificato con il campo elettromagnetico terrestre e va immaginato come un immenso oceano all’interno del quale nuota un numero pressoché infinito di entità di diversa natura che si muovono animate anch’esse dall’istinto di autoconservazione che è il primo motore nell’eterna lotta alla vita ed alla sopravvivenza.

Gli elementari si dividono sostanzialmente in quattro differenti categorie:



  • Elementali
  • Larve
  • Geni
  • Eoni


Elementali





Sono gli spiriti dei 4 Elementi. Secondo i principi dell’Ermetismo, ogni cosa che è stata creata è stata ottenuta per effetto degli Elementi. Tali elementi scaturiscono da una materia eterea, primordiale ed eterna che gli antichi iniziati chiamarono Causa Prima, Etere, Quintessenza o Akasha. Tutto nell’universo può essere ricondotto all’unità, perché oltre la molteplicità delle forme visibili non vi è che un unico Principio, in grado di differenziarsi all’infinito o di riassorbirsi, riconvertendosi in pura essenza o potenzialità.





Gli elementali sono manifestazioni dei principi degli elementi nel campo astrale, ovvero sono coaguli di materia astrale pregni di una determinata qualità tipica del corrispondente elemento. Dotati di consapevolezza ed una certa intelligenza, sono pensieri vivi raccolti in un nucleo piccolissimo di sostanza astrale che ne rappresenta la base strutturale ed in un certo senso il corpo[2], e nel corso dei secoli sono stati personificati in 4 differenti specie:




    • gli Gnomi, spiriti della Terra;
    • le Ondine o Sirene, spiriti dell’Acqua;
    • le Silfi o Silfidi, spiriti dell’Aria;
    • le Salamandre, spiriti del Fuoco.





Vengono anche detti Spiriti della Natura in quanto amano vivere nei boschi, vicino ai corsi d’acqua, fiumi e laghi o in prossimità di solfatare e vulcani. E’ possibile trovarli anche in città, più facilmente nei parchi, nei giardini, nei campi di erbacce laddove siano presenti.



Paracelso, nel primo capitolo del Trattato delle ninfe, silfi, pigmei, salamandre e altri esseri precisa che queste creature, pur essendo molto simili all'uomo per caratteristiche fisiche e intelligenza, non discendono da Adamo e sono prive dell'anima che distingue l'uomo dagli animali. Egli infatti afferma:

“Per essere uomini non manca loro che l'anima. E poiché gli manca l'anima, non pensano né a servire Dio né a seguire i suoi comandamenti […] Così, come tra le creature terrestri l'uomo è quello che s'avvicina più a Dio[3], tra gli animali sono i nostri esseri quelli che s'avvicinano più all'uomo”.



Dunque non possono essere definiti né buoni né cattivi, perché non hanno coscienza della differenza tra il bene o il male; sono molto più longevi dell’uomo ma non sono eterni, e possono riprodursi come semi delle piante, cadendo nel terreno e germogliando in nuovi esseri, che vivono e muoiono come loro. Se però si integrano con la mente umana, possono divenire immortali.



Qualche volta infatti, nella loro continua azione sugli esseri viventi, possono essere assorbiti dalla mentalità incosciente dell’uomo o da quella istintiva dell’animale, divenendone parte integrante. Acquistano così pensieri e forza nervosa che prima non avevano, divenendo coscienti della stessa coscienza del loro ospite e potendo giungere a prevalere sull’intelligenza fino alla formazione di un tipo misto, umano ed elementare che sopravviverà nelle successive reincarnazioni. Possono in tali casi essere considerati come dei virus genici che modificano il DNA venendo a formare una nuova creatura.



Le azioni dell’uomo producono manifestazioni nei “corpi sottili” o, ancor meglio, tutti gli esseri viventi producono effetti nell'invisibile. Attraverso l'aura, che rappresenta l'irradiazione magnetica dei corpi, gli stati psicofisici si trasmettono e si ripercuotono nel campo astrale. D'altra parte, chi vive nell'astrale osserva le cose attraverso le modificazioni che intervengono nella sua aura, potendo vivere nei corpi come noi viviamo sulla terra.

Dunque gli spiriti elementari vivono nell'astrale e il nutrimento di cui necessitano lo traggono da altri esseri viventi, uomini o animali che, in un certo qual senso, li attirano.



Sono infatti attratti nell’uomo sia dal loro desiderio d’immortalità che dal richiamo della particolare qualità che li contraddistingue e che per loro rappresenta utile alimento. Infatti le passioni, soprattutto se fortemente squilibrate, marcano l’aura umana di colori accesi e sono un’ attrazione irresistibile per le creature dell’astrale in cerca di cibo.

Ad esempio l’Ira è in analogia con l’elemento Fuoco e un uomo, che si trova a provare tale emozione, emette in astrale una sorta di richiamo verso le salamandre più vicine che possono insediarsi per un tempo più o meno lungo nell’aura di chi le ha evocate (anche se inconsapevolmente).



In pratica, alcuni elementali sortiscono effetti positivi sull’uomo, altri negativi, ed è praticamente impossibile evitare il contatto con queste entità che pullulano nell’atmosfera, pronte a rispondere al richiamo dei moti psichici riflessi nell’aura umana.



Gli elementali del Fuoco quando hanno influenza positiva stimolano il coraggio, l’autorità, la fermezza, l’entusiasmo e la generosità. Quelli che hanno influenza negativa stimolano la rabbia, la violenza, la lussuria, l’odio e il desiderio di vendetta.

Gli elementali d’Aria che hanno influenza positiva danno la gioia, la gentilezza, l’ottimismo, la lucidità e la prontezza mentale. Quelli che hanno influenza negativa spingono alla frivolezza, la presunzione, la vanagloria.

Gli elementali d’Acqua se sono positivi danno la tranquillità, la temperanza, stimolano la tendenza al perdono e alla compassione. Quelli negativi accentuano la timidezza, la voglia di sottomissione, l’accondiscendenza e al tempo stesso l’indifferenza e la freddezza nei rapporti.

Gli elementali di Terra se sono positivi danno la tenacia, il senso di responsabilità, di rettitudine e invitano alla prudenza. Quelli negativi generano eccessi di pigrizia, di tristezza e melanconia, di avarizia .

Diventa quindi inevitabile, per colui che aspira a divenire padrone della Scienza Sacra o Magia, per il quale è imperativo arrivare al perfetto equilibrio interiore, imparare a trattare con tali entità, per allontanare quelle negative ed avvicinare quelle positive.



Infatti la prima carta del Tarocco interpreta la figura del Mago che mira alla conoscenza suprema e per la quale necessita, come primo passo, di arrivare alla padronanza degli elementi, raffigurati in tale carta dai seguenti simboli: la spada per il Fuoco, il bastone per l’Aria, la coppa per l’Acqua e il pentacolo per la Terra.



Ma come fare per interagire coscientemente con gli elementali?

In questo ci viene in aiuto un vecchio motto del Conte di Cagliostro, che recita: “Pour savoir ce qu’il est, il faudrait être lui-même”.[4]



Un essere elementale può venire a contatto intellettivo solamente con un suo simile. Come un uccello è in armonia solo con un altro uccello, così un essere elementale avrà un’ intesa con un essere che sia simile a lui, o ancora meglio con un essere del suo stesso elemento. Affinché uno spirito possa venire in contatto con un essere umano è necessario che ne prenda forma e caratteristiche e viceversa.

Dunque o il Mago penetra e vive nel regno degli elementi da elementale utilizzando la sua volontà ed immaginazione quale forza trasmutante, o può evocare uno spirito secondo determinati riti per permettergli di entrare nel mondo materiale con un corpo più denso.



Facendo ad esempio riferimento al regno degli Gnomi, il Mago necessita di realizzare un processo di trasformazione in due passi: in primo luogo caricando il proprio corpo dell’elemento Terra, impregnandolo fino ad identificarsi con l’elemento stesso, ma evitando pericolosi accumuli; ed in secondo luogo immaginando di assumere la forma di uno gnomo. Realizzata la trasmutazione il mago deve immaginare di essere sotto terra, nel buio più fitto, con una lampada in mano per permettergli di rischiarare l’oscurità.

In caso di successo, l’iniziato avrà l’opportunità di esplorare il regno degli gnomi e venire in contatto con molti di loro che potranno aiutarlo sempre che egli ne abbia guadagnato la loro stima ed amicizia. Può capitare infatti che gli spiriti cerchino di sopraffare l’intruso spezzando il suo legame con il corpo fisico, che morirebbe, ed imprigionandone la forma astrale nell’elemento, costringendolo così a rimanere per sempre nella forma di gnomo. La risultante sarebbe che ad una diagnosi medica il mago risulterà morto per infarto.



Porfirio, un neoplatonico del III secolo, aveva il terrore di questi esseri. Infatti afferma: “Abitano un luogo vicino la terra; o meglio, loro sono le viscere della terra ; non c’è cattiveria che non abbiano l’audacia di spingere all’estremo; hanno il carattere talmente violento ed insolente che fa sì che ordiscano spesso e tendano insidie e trappole tra le più violente ed inaspettate, e, quando fanno di solito la loro uscita, sono nascosti in parte ed in parte fanno violenze, si compiacciono dovunque regni l’ingiustizia e la discordia. “



Sembra chiaro che Porfirio avesse avuto qualche difficoltà con gli elementari, ma questo non implica che il suo giudizio fosse corretto: gli elementali semplicemente non capiscono la differenza tra bene e male. Per comprendere questo concetto basta prendere ad esempio il cane da guardia; questi attaccherà chiunque entri nella casa che gli è stata affidata indipendentemente se sia un malintenzionato o una persona onesta. Un cane da guardia attacca tutti gli intrusi quando difende il suo territorio, e questo non significa che sia cattivo, ma solo che sta eseguendo il compito che gli è stato ordinato.

Con gli elementali funziona allo stesso modo, ed inoltre non va dimenticato che questi esseri invidiano all’uomo la sua immortalità che, come ho spiegato prima, gli può essere trasmessa se riescono a fondersi con lui.

Pertanto se si entra nel loro spazio lo si deve fare senza intrusioni, senza arroganza, senza avvicinare e parlare a nessuno per primi. Gli elementali obbediscono e rispettano solo chi si mostri più intelligente e più potente anche nel loro stesso elemento.



E’ dunque bene tenere a mente che il processo di esplorazione dei regni degli elementi non è privo di pericoli, ma la ricompensa per chi riesce è più che degna di considerazione.



Per esempio gli gnomi hanno profonde conoscenze su tutto quanto è legato alla terra, ovvero le proprietà delle piante e delle pietre. I più intelligenti della loro specie, che ne rappresentano la nobiltà, possono insegnare come realizzare incantesimi con esse. Possono segnalare luoghi dove sono presenti giacimenti di minerali e pietre preziose. Esistono gnomi che possono insegnare i segreti dell’alchimia.



Per chi volesse cimentarsi in una evocazione, Eliphas Levi nel Dogma e Rituale dell’Alta Magia indica il nome del loro sovrano: Gob. Ma è utile considerare anche altri gnomi di alto lignaggio come Mentifil, esperto di alchimia, e Idurah, esperto di erbe e minerali.



Per quanto riguarda l’elemento Acqua, va detto che le Ondine sono per la maggior parte di sesso femminile ed hanno la forma di donne molto attraenti. Contrariamente agli gnomi, che generalmente hanno forma di nani dalle lunghe barbe, con capelli lunghi, occhi brillanti e vestiti con tonache, le sirene sono estremamente somiglianti agli umani, con la sola differenza di essere di una incredibile bellezza abbagliante e seducente. Inoltre, la loro carica erotica è da esse sfruttata in modo più che esplicito per incantare l’umano che osa entrare nel loro regno con fattezze maschili. Farsi ammaliare e perdersi nell’amore per una sirena significa restare per sempre vincolato alla forma di folletto d’acqua e morire nel mondo fisico. Questo elemento è dunque il più pericoloso di tutti, perché il mago subisce la tentazione continua di esseri incantevoli che gli si offrono impudicamente, senza ritegno.

Può essere quindi saggio mutarsi in un elementale di sesso femminile, onde prevenire ogni possibile molestia.



Le ondine possono dare notizie sulle piante acquatiche, sui pesci e sulle pietre che giacciono sul fondo dei fiumi e dei mari.

Levi ci dice che la loro regina è Nicksa. Può essere utile evocare anche Istiphul, capace di far vedere negli specchi d’acqua eventi del passato o del futuro; lei può anche insegnare l’arte della trasmutazione e quella di preparare incanti per generare amore o odio tra amici e nemici. Un’altra sirena di alto grado è Isaphil, che ha al suo seguito molte ninfe e fate d’acqua, che può mettere al servizio del mago.



I folletti del regno d’Aria, le Silfi o Silfidi, sono in maggioranza di sesso maschile. Hanno corpo snello, etereo, soffice e flessibile e, contrariamente agli gnomi e alle sirene, sono molto timidi e poco socievoli. Per entrare in contatto con loro non è necessario prenderne le sembianze, ma è sufficiente il processo di trasmutazione nell’elemento corrispondente, immaginandosi in più di muoversi volando allo stesso modo di questi folletti, che si spostano continuamente nell’aria.

Essendo molto schivi è veramente complicato riuscire a raggiungere un reale avvicinamento con loro, a meno di non essere molto avanzati nelle arti magiche. In caso di successo, si avrà la possibilità di imparare molto sulle leggi che governano i piani mentale ed astrale; si potrà apprendere l’arte di governare i venti e le tempeste e farsi spiegare il significato di qualunque simbolo.

Eliphas Levi dice che il loro re si chiama Paralda; ma vanno menzionati anche Apilki, Erkeya e Cargoste.



Infine resta da esplorare il regno del Fuoco, nel quale vivono le salamandre, che hanno aspetto umanoide, con un corpo piccolo e snello, ma con una testa sproporzionatamente piccola e un collo lungo e sottile. Il loro re si chiama Djin.

Altre salamandre di alto rango sono: Pyrhum, che può insegnare tutto lo scibile relativo al suo elemento, così come può mettere al servizio del mago un gran numero di folletti del fuoco; Itumo, che può insegnare a controllare i fulmini e a generare tempeste; Tapheth, che oltre ad essere esperto di alchimia può assistere il mago per far sì che il fuoco non gli nuoccia.

Larve





Una Larva è un desiderio che, alimentato da una particolare eccitazione, si concentra in un coagulo astrale. Più forte è l’eccitamento, più frequente è la ripetizione del desiderio, maggiore sarà la vitalità della larva. Se l’eccitazione svanisce, e se non viene prestata attenzione ulteriore al desiderio, la larva poco alla volta si dissolverà.

In un certo senso, si può dire che una larva è una sorta di elementale in quanto la qualità di ogni desiderio è analoga ad un singolo elemento. Ma, contrariamente agli elementali, resta sempre ed in ogni caso un invasore sgradito ed indesiderabile per la mente umana.



Sfortunatamente le larve vengono prodotte da tutti gli uomini involontariamente, indipendentemente dal loro grado di intelligenza e maturità. Nascono e muoiono continuamente così come in ogni uomo nasce e muore l’eccitazione per amore, odio, paura, dolore, invidia e così via.



E’ intuibile come nelle persone più sensibili la riproduzione di larve è più frequente ed intensa. Le larve se sono forti, derubano l’energia vitale dall’uomo perpetuando nel suo immaginario la motivazione scatenante dei comportamenti che sviluppano le energie da esse preferite. In definitiva cercano di sopravvivere e, nel caso limite, arrivano a danneggiare le facoltà mentali di chi le ha generate. I casi tipici di larva invasiva sono quelli che degenerano nelle manie di persecuzione, così come quelle che tendono ad esaltare la bramosia e l’istinto sessuale fino a spingere il loro ospite ad atti immorali.

Geni





Genio viene da generato o, più precisamente, generato dall’uomo. Dunque il genio è un essere creato da un mago con un fine preciso. Generalmente sono antichi, alcuni antichissimi, partoriti in un’epoca in cui la magia era un pane più comune. Ma possono essere creati anche al giorno d’oggi. La caratteristica di un genio è riassunta in una particolare figura magica che forma un’ideografia, un sigillo che esprime la forza e l’intelligenza del genio stesso.



Ne esistono di diversa natura: limitati e poco intelligenti, o potenti e molto più intelligenti dell’uomo; infine possono essere buoni o malvagi, in funzione dello scopo per cui sono stati creati. In generale sono (o sono stati) degli strumenti compiacenti nelle mani del loro creatore, atti ad eseguire i suoi ordini ciecamente esaudendo qualunque volontà che si tratti sia di un beneficio, sia di un danno.



Una volta espletato il suo compito, il genio, spinto dall’istinto di sopravvivenza, tende a fuggire dall’influenza del suo creatore, cercando l’energia di cui abbisogna per vivere nel mago stesso o in altri, trasformandosi in un vampiro. Nel caso in cui il genio riesca a suggere sufficiente energia da divenire forte ed energico, sarà in grado di evolversi sviluppando un’anima, prima rudimentale e poi evoluta. E’ buona norma dunque dare al genio una durata di vita definita e limitata già all’atto della sua creazione. Questa non è solo una regola di buon senso, infatti la responsabilità delle azioni eseguite dalla creatura ricadono sul suo creatore, che ne risponde per l’eternità.



D’altro canto sarebbe sciocco pensare di creare un genio alla settimana, ma è bene sapere che più è lunga la sua vita, più si accresce in potenza e, pertanto, esisterà un momento di “break-even” passato il quale l’elementare sarà così potente da non poter più essere distrutto dal mago che finirà per divenire schiavo della sua creatura.



Emblematica in tal senso è la storia del Golem, che non è altro che la figura di un Genio, la cui leggenda prende spunto da un passo della Bibbia:

Ti lodo, Signore, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere,

tu mi conosci fino in fondo.

Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto,

intessuto nelle profondità della terra.

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro;

i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno.

(Salmo 139:14-16)



L’azione di un genio può essere espletata sia sul piano mentale che su quello astrale e materiale. In questo vige la differenza sostanziale con il raggio d’azione di un elementale, che resta vincolata solo al piano mentale.



Per esempio un uso semplice di un elementare può essere la difesa di una casa, una stanza o un oggetto. In tal caso il genio svolge il suo compito ricorrendo anche alla forza bruta contro l’intruso che si sentirà malmenato da mani invisibili. Gli episodi di infestazione di case, attribuiti a fantasmi, sono spesso dovuti a geni sopravvissuti ai loro creatori.



Un altro utilizzo tipico è come elemento correttore del carattere di una persona. Per esempio, una persona molto timida, titubante, ovvero con un’astralità lunare, può essere corretta fornendola di un genio solare che gli fornirà l’energia all’azione che la natura non gli ha concesso. In cambio il genio trarrà dall’uomo che lo ospita la vitalità che gli serve per evolvere.



Per creare un genio bisogna scegliere una forma, un oggetto per contenerne l’essenza, un nome, la durata della vita, uno scopo. Il nome dovrebbe essere non comune, in quanto la sua sola pronuncia sarà sufficiente ad evocare l’elementare; inoltre all’atto della creazione può essere scelta anche la modalità di evocazione: si può farlo pronunciandone il nome, o solo pensandolo o anche solo con un gesto particolare della mano.

L’essenza del genio sarà formata da uno o più elementi che vanno concentrati nella forma prescelta.



Il tipo di genio di più semplice creazione è quello formato da un unico elemento, che può essere utilizzato per gli scopi più semplici. I geni più evoluti sono dotati di tutti e 4 gli elementi uniti al principio vitale del mago che, proprio perché così facendo li ha dotati di un pezzetto della sua anima, ne resta responsabile karmikamente finanche dopo la sua morte.

Eoni





Eone vuol dire essere o ente.

Possono essere visibili o invisibili. Kremmerz ne “La Porta Ermetica” afferma: “Questi esseri non sono spiriti di morti, che per noi non esistono, sono spiriti di vivi che la nostra volontà di amore ci richiama. Sono maschi, sono femmine, sono più o meno evoluti o evolutissimi, sono capaci di evolvere fino alla perfezione”.

Per meglio inquadrarli, si richiama ai neoplatonici e nella stessa opera cita Apuleio dicendo: “ per definirli esattamente, si può dire che sono degli esseri animati, ragionevoli per lo spirito, ma con l’anima passiva, il corpo aereo e la durata eterna. Animati, ragionevoli e passivi come gli uomini, hanno speciale la formazione del loro corpo: sono eterni come gli dei, ma dagli dei differiscono per le loro passioni.”



Questi esseri furono identificati in diversi modi nel regno della fantasia: elfi, fate, ninfe, satiri e orchi, che il paganesimo interpretò come diverse manifestazioni dell’anima umana. Ma che sono al contempo delle realtà che possono entrare in comunicazione con l’uomo attravero il suo corpo astrale, lasciando tracce sotto forma di visioni, immagini e sogni.



Conclusione





In definitiva, se un' Entità percepisce che un corpo rappresenta un ambiente idoneo da cui trarre forza e nutrimento, si installa temporaneamente o permanentemente nella sua aura, producendo conseguenti modificazioni nel campo mentale ed astrale. Questo avviene di norma in tutti gli uomini che ospitano, senza saperlo, una o più creature astrali (Larve, Elementali e Geni) che lo influenzano nutrendosi di energia. I complessi, le suggestioni e quant’altro, sono talvolta il frutto dell'azione di queste entità che vivono a spese del loro ospite al quale donano in cambio la loro energia, intinta dello stesso colore delle sue passioni.



L’integrazione di uno spirito elementare con l’anima di un uomo può, alla morte di questo, dar vita ad un’entità nuova, più impulsiva, incompleta, ma suscettibile di ulteriore progresso. E’ questo il principale motivo per cui gli Spiriti della Natura o i Geni rispondono senza difficoltà a chi li invoca e non disdegnano stringere strette interazioni con l’uomo.



La convinzione di essere gli unici padroni di noi stessi non è che un’illusione, almeno per la maggior parte degli uomini.



In fondo, gli spiriti elementari non sono altro che parti dell'intelligenza umana, ma mortali perché prive del principio assoluto che ne costituisce l'essenza. Il divenire dell'uomo nel suo processo evolutivo non è altro che una lotta senza quartiere contro lo spirito di separazione che lo costringe in una molteplicità pari a quanti sono gli spiriti elementari che lo costituiscono.



E’ in questo che si riflette il mito di Osiride, fatto a pezzi dal geloso fratello Seth, e che necessita dell’aiuto di sua sorella e sposa Iside per ricongiungere tutte le sue parti e, una volta reintegrato in Unità, tornare a regnare come un dio.
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