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Materia oscura, incerta la correlazione con l'eccesso di positroni
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Materia oscura, incerta la correlazione con l'eccesso di positroni
In un nuovo studio vengono poste più stringenti limitazioni ad alcuni parametri coinvolti nel processo di annichilazione delle particelle di materia oscura che dovranno essere soddisfatte dai risultati sperimentali
Da che cosa è formata la materia oscura che permea l'universo? A questa domanda stanno cercando risposta i fisici in tutto il mondo, non solo osservando il cosmo ma anche e soprattutto con le ricerche sulle particelle.
“I modelli prevedono che le particelle della materia oscura si annichilino dando origine a elettroni e positroni”, ha sottolineato Manoj Kaplinghat, professore associato di fisica e astronomia dell'UC Irvine, che ha partecipato a una nuova ricerca dell'Università della California a Irvine.
I ricercatori che lavorano all'esperimento satellitare PAMELA hanno recentemente identificato un notevole eccesso di positroni, dando luogo alla speranza di aver finalmente rivelato tracce di materia oscura.
Kaplinghat, insieme con i colleghi Jonathan Feng e Hai-Bo Yu, ha elaborato una spiegazione per i risultati di PAMELA concludendo come sia improbabile che la rivelazione di tutti questi positroni provengano effettivamente dalla materia oscura.
Lo studio dell'UCI, i cui risultati sono stati pubblicati sull'ultimo numero della rivista Physical Review Letters, ha reso più stringenti le previsioni su alcune grandezze fisiche implicate nel processo di annichilazione delle particelle di materia oscura nella nostra galassia. Sebbene esso mostri che gli attuali modelli non siano in grado di rendere conto dell'eccesso di positroni osservato, esso lascia aperta la possibilità che la scoperta delle prove della materia oscura possa essere dietro l'angolo, forse anche alla portata di esperimenti attualmente in corso o in fase di progettazione.
“Per ora, non abbiamo ancora a disposizione alcuna spiegazione convincente che leghi l'eccesso di positroni alla materia oscura”, ha cooncluso Yu. “I dati degli esperimenti dell'LHC del CERN di Ginevra o quelli che vengono svolti nelle profondità della Terra, in Antartide o nello spazio potranno gettare una luce su questi problemi nei prossimi anni, e potrebbe anche avvenire la rivelazione diretta della stessa materia oscura.” (fc)
Da che cosa è formata la materia oscura che permea l'universo? A questa domanda stanno cercando risposta i fisici in tutto il mondo, non solo osservando il cosmo ma anche e soprattutto con le ricerche sulle particelle.
“I modelli prevedono che le particelle della materia oscura si annichilino dando origine a elettroni e positroni”, ha sottolineato Manoj Kaplinghat, professore associato di fisica e astronomia dell'UC Irvine, che ha partecipato a una nuova ricerca dell'Università della California a Irvine.
I ricercatori che lavorano all'esperimento satellitare PAMELA hanno recentemente identificato un notevole eccesso di positroni, dando luogo alla speranza di aver finalmente rivelato tracce di materia oscura.
Kaplinghat, insieme con i colleghi Jonathan Feng e Hai-Bo Yu, ha elaborato una spiegazione per i risultati di PAMELA concludendo come sia improbabile che la rivelazione di tutti questi positroni provengano effettivamente dalla materia oscura.
Lo studio dell'UCI, i cui risultati sono stati pubblicati sull'ultimo numero della rivista Physical Review Letters, ha reso più stringenti le previsioni su alcune grandezze fisiche implicate nel processo di annichilazione delle particelle di materia oscura nella nostra galassia. Sebbene esso mostri che gli attuali modelli non siano in grado di rendere conto dell'eccesso di positroni osservato, esso lascia aperta la possibilità che la scoperta delle prove della materia oscura possa essere dietro l'angolo, forse anche alla portata di esperimenti attualmente in corso o in fase di progettazione.
“Per ora, non abbiamo ancora a disposizione alcuna spiegazione convincente che leghi l'eccesso di positroni alla materia oscura”, ha cooncluso Yu. “I dati degli esperimenti dell'LHC del CERN di Ginevra o quelli che vengono svolti nelle profondità della Terra, in Antartide o nello spazio potranno gettare una luce su questi problemi nei prossimi anni, e potrebbe anche avvenire la rivelazione diretta della stessa materia oscura.” (fc)
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