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    IL GENOMA è FRATTALE

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    IL GENOMA è FRATTALE Empty IL GENOMA è FRATTALE

    Messaggio Da Angelodiluce Gio Nov 12, 2009 1:31 am

    Studi recenti hanno estrapolato ed esplorato il genoma umano ad alta
    risoluzione e a tre dimensioni. Ne è derivata una scultura matematicamente
    armoniosa ed elegante. Un magnifico frattale!

    da scienzaeconoscenza.it

    Dopo aver intervistato Dan Winter per il numero in uscita (il 30), inventore
    del biofeedback (sintonizzatore del cuore e altri tipi) ed esperto di
    geometria sacra, di frattali e frattalità, la notizia che segue ha
    particolarmente attratto la mia attenzione.

    Nel senso che, è da mo' che Dan Winter si è accorto di quello che Science
    rende evidente a seguito di relazioni su studi attualissimi riguardo la
    struttura frattale del DNA e dell'influenza di tale struttura sulla funzione
    globale del genoma.

    In poche parole si sta spostando l'attenzione dal discorso della
    sequenza-contenuto a quello della forma-posizione nello spazio. L'assunzione
    da parte dei geni di una posizione spaziale piuttosto di un'altra, e, a
    seguito, di una variazione della forma geometrica, sembrano influenzare la
    funzionalità dell'intero genoma.

    Si potrebbe parlare di una costellazione di cromosomi la cui organizzazione
    spaziale fa da regolatore del genoma stesso. E la sua immagine in 3D appare
    essere, guarda caso, un magnifico frattale. Matematicamente si tratta di una
    curva di Hilbert, conosciuta anche come curva spazio-riempiente o che può
    riempire uno spazio bidimensionale, senza mai sovrapporsi - e poi seguire un
    movimento identico in tre dimensioni. Per la prima volta è stata descritta
    nel 1891 dal matematico tedesco David Hilbert

    In parte riassunta ecco la news uscita su WiredScience (vedi fonte a fine
    articolo), l'8 ottobre scorso a cura di Brandon Keim.

    “Rompendo il DNA in milioni di pezzi e capovolgendo ingegneristicamente la
    loro posizione, i ricercatori hanno prodotto l'immagine a più alta
    risoluzione mai ottenuta della struttura tridimensionale del genoma.

    L'immagine è una delle eccezionali glorie frattali e la tecnica potrebbe
    aiutare gli scienziati a investigare come la forma stessa del genoma e non
    solo il contenuto del suo DNA influenzi lo sviluppo umano e la malattia.

    “Diventa chiaro che l'organizzazione spaziale dei cromosomi è critica nel
    regolare il genoma” ha detto il co-autore degli studi Job Dekker, un biologo
    molecolare della Medical School, Università del Massachusetts. “Questo apre
    a nuovi aspetti della regolazione del gene finora non disponibili
    all'indagine. Ci porterà a un bel po' di nuove domande.”

    Come descritto nei libri di testo di biologia di base e nell'immaginario del
    pubblico, il genoma umano è assemblato in pacchetti di DNA e proteine, di 23
    cromosomi, disposti ordinatamente a forma di X all'interno di ogni nucleo
    della cellula. Ma questo soltanto nel breve intervallo in cui le cellule
    sono sul punto di dividersi. Il resto del tempo, i cromosomi sono presenti
    in un denso e sempre mutevole ciuffo.

    Per decenni, alcuni biologi cellulari hanno sospettato che la compressione
    del genoma fosse non solo un meccanismo efficace di archiviazione, ma legata
    alla funzione stessa e all'interazione dei suoi geni. Ma questo non era
    facile da studiare: l'atto di sequenziare il genoma distrugge la sua forma,
    e i microscopi elettronici riescono a malapena a penetrare la sua superficie
    attiva. Se i suoi elementi costitutivi sono noti, la vera forma del genoma è
    stata un mistero.

    Nel mese di aprile, un documento pubblicato nel Proceedings of the National
    Academy of Sciences aveva legato modelli di attivazione dei geni alla loro
    vicinanza fisica ai cromosomi. Ciò fornisce ancora la prova più convincente
    che attribuisce al genoma la responsabilità di dar forma alla materia, anche
    se la mappa dei cromosomi a disposizione dei ricercatori fosse,
    relativamente, a bassa risoluzione. “Non conoscevamo l'organizzazione
    interna. Ora possiamo osservarla in alta risoluzione, cercare di collegare
    tale struttura con l'attività dei geni, e vedere come cambia la struttura
    nelle cellule e nel tempo ", ha detto Dekker.

    Per determinare la struttura del genoma, senza essere in grado di vederlo
    direttamente, i ricercatori prima hanno immerso i nuclei cellulari nella
    formaldeide, che interagisce con il DNA come la colla. La formaldeide
    appiccica insieme i geni che sono distanti gli uni dagli altri in lineari
    sequenze genomiche, ma adiacenti gli uni agli altri nel reale spazio
    tridimensionale del genoma.

    I ricercatori hanno poi aggiunto una sostanza chimica che ha dissolto i
    legami della sequenza lineare gene dopo gene, lasciando però i collegamenti
    della formaldeide intatti. Studiando le coppie, i ricercatori sono stati in
    grado di dire quali geni erano vicini gli uni agli altri nel genoma
    originale. Con l'aiuto di un software che con riferimenti incrociati univa
    le coppie del gene con le loro sequenze conosciute nel genoma, hanno
    assemblato una scultura digitale del genoma. E che scultura!

    "Non ci sono nodi. E' completamente disimpigliata. È come una palla
    incredibilmente densa di spaghetti, ma è possibile estrarre alcuni degli
    spaghetti e rimetterli dentro, senza affatto disturbare la struttura", ha
    detto il biologo computazionale Erez Lieberman-Aiden, della Harvard
    University, anch'egli un co-autore agli studi.

    Come l'evoluzione sia arrivata a questa soluzione dalla sfida dello
    stoccaggio del genoma è sconosciuta. Potrebbe essere una proprietà
    intrinseca della cromatina, del DNA-e-mix di proteine di cui sono fatti i
    cromosomi. I ricercatori hanno anche scoperto che i cromosomi hanno due
    regioni, una per i geni attivi e un altra per i geni inattivi, e le
    curvature libere consentono ai geni di essere trasferiti facilmente tra di
    loro.

    Lieberman-Aiden ha paragonato la configurazione alle fila compresse di
    scaffali meccanizzati che si trovano nelle grandi biblioteche. "Sono come
    pile, l'una accanto all'altra e l'una sull'altra, senza alcuno spazio in
    mezzo. E quando il genoma vuole usare un gruppo di geni, si apre la fila. La
    segregazione dei geni attivi e non, aggiunge elementi di prova che la
    struttura del genoma interessa la funzione del gene.

    “E' una buona descrizione della struttura del nucleo, che aggiunta a quello
    che abbiamo fatto, costituisce il quadro generale", ha detto Steven Kosak,
    un biologo cellulare della Northwestern University e co-autore della
    relazione di aprile PNAS, che lega i grezzi contorni di accordo del
    cromosoma con l'attivazione del gene. Sebbene lo studio abbia guardato solo
    un paio di cromosomi, la relazione di Science "guarda all'alta risoluzione
    dell'intero genoma", ha detto Kosak.

    "Ora si è in grado di produrre queste mappe del genoma, e sovrapporle con le
    estese analisi del genoma a livello dell'espressione genica. Si può
    veramente cominciare a chiedersi come i cambiamenti di organizzazione
    spaziale si riferiscano ai cambiamenti nei geni che si accendono e
    spengono", ha detto Tom Misteli, un biologo cellulare al National Cancer
    Institute, che studia come le anomalie nella struttura dei cromosomi possano
    attivare le cellule cancerose. Peraltro, né Misteli né Kosak sono stati
    coinvolti nello studio di Science.

    Collegare la forma del genoma con la funzione del gene potrebbe anche
    aiutare a spiegare la connessione tra geni e malattie, che rimane in gran
    parte inspiegabile dalla genomica tradizionale, focalizzata sulla sequenza.

    "E 'perfettamente ragionevole e quasi inevitabile che la struttura 3-D del
    DNA influenzi il suo funzionamento", ha dichiarato Teri Manolio, direttore
    dell'ufficio del National Human Genome Research Institute of Population
    Genomics.

    I ricercatori vogliono anche studiare come si alteri la forma del genoma.
    Sembra che accada costantemente durante la transizione da cellule staminali
    a cellule adulte, e poi durante la funzione cellulare”. [fine del rapporto
    news]

    È lecito chiedersi quale apporto e ripensamento queste nuove scoperte
    possano portare alla manipolazione genetica. Spostare gli addendi del
    genoma, alla luce di tali novità, non sembra essere un leggero giochetto da
    ragazzi. Non è solo una mera questione di forma, ma un profondo intervento
    invasivo sulla funzionalità. Conviene tenerne conto.

    Fonte: http://www.wired.com/wiredscience/2009/10/fractal-genome/

    Traduzione e riadattamento di Elsa Masetti, per Scienza e Conoscenz
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