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LE RUNE

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Messaggio Da Angelodiluce Mar Nov 03, 2009 5:45 pm

Non esistono annotazioni storiche sulla nascita delle Rune, anche se questo non è un dato molto rilevante per chi le studia dal punto di vista spirituale ed esoterico.
Le Rune sono Archetipi, un sistema di Sapere sacro e l’espressione di leggi universali, poichè contengono il segreto stesso dell’esistenza. Sono entità vere e proprie che si esprimono nella materia attraverso l’energia che è suono e segno grafico.
La parola Runa significa sussurro, segreto, mistero. Ancora oggi nella lingua tedesca il verbo raunen significa sussurrare. Ogni Runa ha in sé un mistero iniziatico, una profondità sondabile solo attraverso una vera ed accurata Ricerca.
Ogni Runa possiede un profondo significato che può venire usato sia per interpretare le influenze in atto, esterne ed interne a noi, che per invocare un potere della natura o sintonizzarsi ad esso.
Bisogna sottolineare che leggere le rune non è come farsi leggere il futuro. Le rune sono energia che guida a scoprire un livello più profondo di consapevolezza. Le rune ci danno il loro messaggio e noi dobbiamo trovare il suo significazo in relazione a noi.
L'alfabeto runico, detto anche "futhark", dalla sequenza delle prime 6 lettere che lo compongono (Fehu, Ur, Thurs, Ansuz, Raido, Ken), era l'alfabeto usato dalle antiche popolazioni germaniche , come ad esempio Angli e Juti, quindi solo erroneamente sono chiamate Rune Celtiche, è più appropiato chiamarle Rune Nordiche.
La grafia delle singole rune, composte da linee rette, dipende dal fatto che spesso le incisioni erano effettuate su pietra, legno, metallo oppure osso e piccole assicelle erano ideali per incidere brevi messaggi con un coltello, mentre le linee curve erano più difficili da incidere. Erano anche evitati i tratti orizzontali per fare in modo che non si confondessero con la tessitura del legno.
Secondo la mitologia norrena, il Padre degli Dei, Odino fu il primo Maestro Runico.
“So che restai appeso ad un albero sferzato dal vento per nove notti intere, ferito da una lancia e consacrato ad Odino, offerto da me stesso a me stesso; I piu’ sapienti non sanno da dove nascono Le radici di quell’albero antico. Non mi confortarono con il pane, ne’ mi porsero il corno per bere; Guardai verso il basso, afferrai le Rune, gridando le afferrai; caddi dall’albero. Appresi nove canti di potere Dal figlio famoso di Bolthor, padre di bestla, ed ebbi un sorso del prezioso idromele misto con magico Odrerir. Poi diventai dotto, sapiente, crebbi e prosperai: parola da parola mi diedero parole; azione da azione mi diedero azioni” (Havamal) . Bevendo l’idromele Odino imparerà le rune, potenti segni magici, che donerà poi agli uomini.
Ogni Runa si compone di 3 aspetti. Questa è una triade e non può essere separata, in quanto nessuna di queste tre parti può avere senso da sola: ognuna implica l'esistenza e la sussistenza delle altre due.
-Il suono (il nome pronunciato): E’ la sua vibrazione nell'aria e nello spazio. E’ la qualità creativa che risiede nella magia della vocalizzazione, quella qualità cui pensiamo quando immaginiamo la parola di Dio, per esempio.
-Il glifo (la sua forma): rappresenta la sua qualità visibile. Questa è, forse, la caratteristica che riusciamo a comprendere meglio, perché di solito si riesce a trasporre un'enfasi eccezionale in quello che possiamo vedere.
-Il contenuto simbolico (il significato): Anche questo aspetto è solo un pallido riflesso del reale significato della Runa, che resta, comunque, celato ai nostri 5 sensi. Questo perché le Rune esistono in una realtà molto più estesa di quella tridimensionale e possono, quindi, solo essere accennate nel diagramma bidimensionale.

I POEMI DELLE RUNE
I Poemi delle Rune erano la maniera più semplice per memorizzare le Rune, il loro significato e le loro associazioni e le loro tradizioni e credenze.
Le versioni che troverete sono la traduzione dall'inglese moderno dei Poemi editi nel "Runic and Heroic Poems" di Bruce Dickins a cura di Sarah Bernini e Giampaolo Gianese "Ddrwydd" del Tempio di Ara. (dalla Rivista "Labrys", anno I, n.3, Lammas-Mabon 2006 e da Wiccablog ). I Poemi presi in esame dagli autori sono tre: l'Islandese, il Norvegese e l'Anglo-Sassone, che mostra una considerevole influenza cristiana, forse per il fatto di essere il più recente. Secondo gli autori probabilmente esisteva un altro poema basato sul Futhark arcaico, ma esso non risulta giunto sino a noi.


1 POEMA ISLANDESE DELLE RUNE

Ricchezza – Féfonte di discordia fra parentie fuoco del maree percorso del serpente. Tempesta – Úrlamento delle nubie rovina della raccolta del fienoe disgusto del pastore. Gigante – Þurstortura delle donnee abitante della scoglierae marito di donna gigante. Dio - ÓssGautr vecchio negli annie principe di Ásgarðre signore del Valhalla. Cavalcare - Reiðgioia dei cavalierie viaggio velocee fatica del destriero. Ulcera - Kaunmalattia mortale per i bambinie ascesso dolorosoe dimora di cancrena. Grandine – Hagallgrano freddoe tempesta di ghiaccioe malattia di serpenti. Vincolo - Nauðangoscia della giovane servae stato di oppressionee faticoso lavoro. Ghiaccio - Ísscorteccia dei fiumie tetto dell'ondae rovina del condannato. Abbondanza - ÁrSostegno agli uominie buona estatee prosperi raccolti. Sole - Sólscudo delle nubie raggio brillantee distruttore di ghiaccio. Týrdio con una manoe spoglie del lupoe principe dei templi. Betulla - Bjarkanramoscello frondosoe piccolo alberoe giovane fresco arbusto. Uomo - Maðrdelizia dell'uomoe sviluppo della terrae onore delle navi. Acqua - Lögrcorrente vorticosae immenso geysire patria dei pesci. Tasso - Ýrarco piegatoe fragile ferroe gigante della frecciaFé er frænda róg
ok flæðar viti
ok grafseiðs gata
aurum fylkir.

Úr er skýja grátr
ok skára þverrir
ok hirðis hatr.
umbre vísi.

Þurs er kvenna kvöl
ok kletta búi
ok varðrúnar verr.
Saturnus þengill.

Óss er algingautr
ok ásgarðs jöfurr,
ok valhallar vísi.
Jupiter oddviti.

Reið er sitjandi sæla
ok snúðig ferð
ok jórs erfiði.
iter ræsir.

Kaun er barna böl
ok bardaga [för]
ok holdfúa hús.
flagella konungr.

Hagall er kaldakorn
ok krapadrífa
ok snáka sótt.
grando hildingr.

Nauð er Þýjar þrá
ok þungr kostr
ok vássamlig verk.
opera niflungr.

Íss er árbörkr
ok unnar þak
ok feigra manna fár.
glacies jöfurr.

Ár er gumna góði
ok gott sumar
algróinn akr.
annus allvaldr.

Sól er skýja skjöldr
ok skínandi röðull
ok ísa aldrtregi.
rota siklingr.

Týr er einhendr áss
ok ulfs leifar
ok hofa hilmir.
Mars tiggi.

Bjarkan er laufgat lim
ok lítit tré
ok ungsamligr viðr.
abies buðlungr.

Maðr er manns gaman
ok moldar auki
ok skipa skreytir.
homo mildingr.

Lögr er vellanda vatn
ok viðr ketill
ok glömmungr grund.
lacus lofðungr.

Ýr er bendr bogi
ok brotgjarnt járn
ok fífu fárbauti.
arcus ynglingr.


2. IL POEMA NORVEGESE DELLE RUNE

La ricchezza è una fonte di discordia fra parenti; il lupo vive nella foresta. La scoria viene dal ferro difettoso; la renna corre spesso sopra la neve ghiacciata. Il gigante procura tormento alle donne; la sventura rende pochi uomini sereni. L'estuario è il percorso di molti viaggi; ma un fodero è quello delle spade. Cavalcare si dice che sia la cosa peggiore per i cavalli; Reginn ha forgiato la spada più bella. L'ulcera è mortale per i bambini; la morte rende un corpo pallido. La grandine è il grano più freddo; Cristo ha generato il mondo dei vecchi. Il vincolo dà la scelta limitata; un uomo nudo è raffreddato dal gelo. Ghiaccio chiamiamo l'ampio ponte; l'uomo cieco deve essere condotto. L'abbondanza è un favore agli uomini; dico che Frothi fosse generoso. Il sole è la luce del mondo; mi inchino al disegno divino. Tyr è il dio monco; spesso il fabbro deve soffiare. La betulla ha le foglie più verdi di tutti gli arbusti; Loki era fortunato nella sua astuzia. L'uomo è la crescita della polvere; grande è l'artiglio del falco. Una cascata è un fiume che cade da un fianco di una montagna; ma gli ornamenti sono d'oro. Il tasso è il più verde degli alberi d'inverno; non crèpita quando brucia.Fé vældr frænda róge;
føðesk ulfr í skóge.

Úr er af illu jarne;
opt løypr ræinn á hjarne.

Þurs vældr kvinna kvillu;
kátr værðr fár af illu.

Óss er flæstra færða
fo,r; en skalpr er sværða.

Ræið kveða rossom væsta;
Reginn sló sværðet bæzta.

Kaun er barna bo,lvan;
bo,l gørver nán fo,lvan.

Hagall er kaldastr korna;
Kristr skóp hæimenn forna.

Nauðr gerer næppa koste;
nøktan kælr í froste.

Ís ko,llum brú bræiða;
blindan þarf at læiða.

Ár er gumna góðe;
get ek at o,rr var Fróðe.

Sól er landa ljóme;
lúti ek helgum dóme.

Týr er æinendr ása;
opt værðr smiðr blása.

Bjarkan er laufgrønstr líma;
Loki bar flærða tíma.

Maðr er moldar auki;
mikil er græip á hauki.

Lo,gr er, fællr ór fjalle
foss; en gull ero nosser.

Ýr er vetrgrønstr viða;
vænt er, er brennr, at sviða.


3. IL POEMA RUNICO ANGLOSASSONE

La ricchezza è un conforto per tutti gli uomini; tuttavia ogni uomo la dona liberamente, se desidera guadagnare onore agli occhi del Signore. Il bisonte è fiero ed ha grandi corni; è un animale molto selvaggio e combatte con le propria corna; è un grande guardiano delle lande, è una creatura di carattere. La spina è estremamente appuntita, una cosa spiacevole da toccare per ogni cavaliere, insolitamente violenta su tutto quello che si siede tra di esse. La bocca è la fonte di tutto il linguaggio, un pilastro di saggezza ed un conforto per gli uomini saggi, una benedizione ed una gioia per ogni cavaliere. Cavalcare sembra facile ad ogni guerriero mentre egli è in casaE molto coraggioso a colui che attraversa le strade maestreSulla schiena di un robusto cavallo. La torcia è conosciuta da ogni uomo vivente per la sua pallida fiammaluminosa; essa brucia sempre dentro, dove si siedono i principi. La generosità porta rispetto ed onore,che conferiscono dignità allapersona; essa fornisce aiuto e sussistenzaa tutti gli uomini in disgrazia che sono privi di qualsiasi altra cosa. La beatitudine gode colui che non conosce sofferenza, né dolore népreoccupazione, ed ha prosperità e felicità ed una casa abbastanza buona. La grandine è la più bianca dei chicchi; scende vorticosa dalla volta del cieloed è sparsa in giro dalle folate del ventoe poi si scioglie nell'acqua. La difficoltà è opprimente per il cuore; tuttavia spesso si dimostra fonte di aiuto e salvezzaper i figli degli uomini, ad ognuno che vi faccia attenzione per tempo. Il ghiaccio è molto freddo ed immensamente scivoloso; brilla così chiaro come vetro e ancor più come pietre preziose; è un pavimento lavorato dal gelo, bello da guardare. L'estate è una gioia per gli uomini, quando Dio, il Sacro Re del Cielo, permette alla terra di generare splendenti fruttisia per il ricco che per il povero. Il tasso è un albero con una corteccia ruvida; forte e saldo nella terra, sostenuto dalle sue radici, un guardiano displendore e una gioia sulla propria terra. Peorth è una fonte di ricostruzione e di inganno al grande, dove i guerrieri siedono gioiosamente insieme nel salone del banchetto. Il carice – Eolh viene spesso trovato nella palude; cresce nell'acqua e procura un'orrenda ferita, coprendo di sangue ogni guerriero che lo tocca. Il sole è sempre una gioia nelle speranze dei naviganti, quando essi viaggiano via, lontano, sulla "vasca" dei pesci, finché il destriero degli abissi li accompagna a terra. Tiw è una stella che guida; mantiene bene la lealtà con i principi; è sempre sul suo corso al disopra delle nebbie della notte e mai vienea mancare. Il pioppo non porta frutta; eppure, senza seme genera polloni, perché è generato dalle sue foglie. Sono splendidi i suoi rami e adornata maestosamente la sua alta coronache raggiunge i cieli. Il cavallo è una gioia per i principi in presenza dei guerrieri. Un destriero nell'orgoglio dei suoi zoccoli, quando uomini ricchi a dorso di cavallo ne discutono; ed è sempre una fonte di conforto per l'insoddisfatto. L'uomo gioioso è caro ai suoi parenti; eppure ogni uomo è condannato a perdere il proprio compagno, dal momento in cui il Signore per suo decreto affiderà la vile carogna alla terra. L'oceano sembra interminabile agli uomini, se essi si avventurano sull'ondeggiante barcae le onde del mare li spaventanoed il corsiero del mare non fa attenzione all'ostacolo. Yngvi stava davanti fra i Danesi dell'Estcosì lo vedevano, finché ad orientese ne andò solcando il mare. Il suo carro lo seguì. Così gli Haddings chiamarono l'eroe. La propria terra è molto cara ad ogni uomo, se egli può godere là nella sua casaqualunque cosa sia giusta e appropriata in costante prosperità. Il giorno, la luce gloriosa del Creatore, è mandato dal Signore; è amato dagli uomini, una fonte di speranza e felicità per il ricco ed il povero, e di servizio per tutti. La quercia ingrassa la carne dei maiali per i figli degli uomini. Spesso essa attraversa il "bagno" della sula, e l'oceano dimostra se la quercia mantiene la promessain modo onorevole. Il frassino è estremamente alto e prezioso per gli uomini. Con il suo vigoroso tronco offre una resistenza tenace, sebbene attaccato da più di un uomo. Yr,l'arco, è una fonte di gioia ed onore per ogni principe e cavaliere; sta bene su un cavallo ed è un equipaggiamento affidabile per un viaggio. Iar,il serpente, è un pesce di fiume eppure si nutre sempre con la terra; ha una casa confortevole circondata dall'acqua dove vive nella felicità. Il sepolcro è orribile per ogni cavaliere, quando la salma inizia rapidamente a raffreddarsied è posta nel cuore della terra scura. La prosperità declina, la felicità se ne vaEd i patti sono spezzati.Feoh byþ frofur fira gehwylcum;
sceal ðeah manna gehwylc miclun hyt dælan
gif he wile for drihtne domes hleotan.

Ur byþ anmod ond oferhyrned,
felafrecne deor, feohteþ mid hornum
mære morstapa; þæt is modig wuht.

Ðorn byþ ðearle scearp; ðegna gehwylcum
anfeng ys yfyl, ungemetum reþe
manna gehwelcum, ðe him mid resteð.

Os byþ ordfruma ælere spræce,
wisdomes wraþu ond witena frofur
and eorla gehwam eadnys ond tohiht.

Rad byþ on recyde rinca gehwylcum
sefte ond swiþhwæt, ðamðe sitteþ on ufan
meare mægenheardum ofer milpaþas.

Cen byþ cwicera gehwam, cuþ on fyre
blac ond beorhtlic, byrneþ oftust
ðær hi æþelingas inne restaþ.

Gyfu gumena byþ gleng and herenys,
wraþu and wyrþscype and wræcna gehwam
ar and ætwist, ðe byþ oþra leas.

Wenne bruceþ, ðe can weana lyt
sares and sorge and him sylfa hæfþ
blæd and blysse and eac byrga geniht.

Hægl byþ hwitust corna; hwyrft hit of heofones lyfte,
wealcaþ hit windes scura; weorþeþ hit to wætere syððan.

Nyd byþ nearu on breostan; weorþeþ hi þeah oft niþa bearnum
to helpe and to hæle gehwæþre, gif hi his hlystaþ æror.

Is byþ ofereald, ungemetum slidor,
glisnaþ glæshluttur gimmum gelicust,
flor forste geworuht, fæger ansyne.

Ger byÞ gumena hiht, ðonne God læteþ,
halig heofones cyning, hrusan syllan
beorhte bleda beornum ond ðearfum.

Eoh byþ utan unsmeþe treow,
heard hrusan fæst, hyrde fyres,
wyrtrumun underwreþyd, wyn on eþle.

Peorð byþ symble plega and hlehter
wlancum [on middum], ðar wigan sittaþ
on beorsele bliþe ætsomne.

Eolh-secg eard hæfþ oftust on fenne
wexeð on wature, wundaþ grimme,
blode breneð beorna gehwylcne
ðe him ænigne onfeng gedeþ.

Sigel semannum symble biþ on hihte,
ðonne hi hine feriaþ ofer fisces beþ,
oþ hi brimhengest bringeþ to lande.

Tir biþ tacna sum, healdeð trywa wel
wiþ æþelingas; a biþ on færylde
ofer nihta genipu, næfre swiceþ.

Beorc byþ bleda leas, bereþ efne swa ðeah
tanas butan tudder, biþ on telgum wlitig,
heah on helme hrysted fægere,
geloden leafum, lyfte getenge.

Eh byþ for eorlum æþelinga wyn,
hors hofum wlanc, ðær him hæleþ ymb[e]
welege on wicgum wrixlaþ spræce
and biþ unstyllum æfre frofur.

Man byþ on myrgþe his magan leof:
sceal þeah anra gehwylc oðrum swican,
forðum drihten wyle dome sine
þæt earme flæsc eorþan betæcan.

Lagu byþ leodum langsum geþuht,
gif hi sculun neþan on nacan tealtum
and hi sæyþa swyþe bregaþ
and se brimhengest bridles ne gym[eð].

Ing wæs ærest mid East-Denum
gesewen secgun, oþ he siððan est
ofer wæg gewat; wæn æfter ran;
ðus Heardingas ðone hæle nemdun.

Eþel byþ oferleof æghwylcum men,
gif he mot ðær rihtes and gerysena on
brucan on bolde bleadum oftast.

Dæg byþ drihtnes sond, deore mannum,
mære metodes leoht, myrgþ and tohiht
eadgum and earmum, eallum brice.

Ac byþ on eorþan elda bearnum
flæsces fodor, fereþ gelome
ofer ganotes bæþ; garsecg fandaþ
hwæþer ac hæbbe æþele treowe.

Æsc biþ oferheah, eldum dyre
stiþ on staþule, stede rihte hylt,
ðeah him feohtan on firas monige.

Yr byþ æþelinga and eorla gehwæs
wyn and wyrþmynd, byþ on wicge fæger,
fæstlic on færelde, fyrdgeatewa sum.

Iar byþ eafix and ðeah a bruceþ
fodres on foldan, hafaþ fægerne eard
wætre beworpen, ðær he wynnum leofaþ.

Ear byþ egle eorla gehwylcun,
ðonn[e] fæstlice flæsc onginneþ,
hraw colian, hrusan ceosan
blac to gebeddan; bleda gedreosaþ,
wynna gewitaþ, wera geswicaþ.




______________________________________________________________________________________________
Bibliografia:
"I poemi runici"
A cura di Sarah Bernini e Giampaolo Gianese ddrwydd del Tempio di Ara.
(tratto da Rivista "Labrys", anno I, n.3, Lammas-Mabon 2006 e da WiccaNews blog)
- AAVV: Enciclopedia Einaudi. Vol. 4: Costituzione-Divinazione, Ed. Einaudi, Torino, 1978.
- Blum R.: Il nuovo libro delle rune, Ed. Hobby & Work Publishing, Milano, 2002.
- Meadows K.: Il potere delle rune. La conoscenza segreta dei saggi, Ed. L’Età dell’Acquario, Roma, 2002.
- Tuan L.: I tarocchi celtici. Significato, interpretazione, divinazione. Con 78 carte, Ed. De Vecchi, Roma, 1970.
- Urdiz G.: L' oracolo delle rune. Segni divinatori, di potenza, di conoscenza, Ed. Mediterranee, Roma, 1997.
http://www.wilkipedia.it
http://www.laviadelnord.net/Rune_ctn.htm
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