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72 settantadue Empty La creazione della realtà

Messaggio Da Angelodiluce Sab Dic 04, 2010 1:40 am

La creazione della realtà

di Momi Zanda

La creazione della realtà da parte della nostra coscienza avviene grazie
all'esistenza di un campo che unisce tutti i fenomeni dell'universo.
Interagendo consapevolmente con il campo creiamo consapevolmente la
realtà...

Fonte http://www.webalice.it/kinneris/momizanda.htm

Sono sempre più numerosi gli studiosi, non solo filosofi e psicologi ma
anche scienziati, che sostengono che la realtà è una nostra creazione, e che
la creazione della realtà avviene prima di tutto nell’interiorità
dell’individuo, in uno stato di coscienza più profondo di quello di cui
siamo ordinariamente consapevoli. Gli eventi esterni della nostra vita sono
solo il riflesso dello stato interiore della nostra coscienza. Se vogliamo
modificare gli eventi o crearne di nuovi dobbiamo quindi prima di tutto
lavorare all’interno di noi stessi. Questa affermazione potrebbe sembrare
arbitraria o addirittura “anti-scientifica”, ma in realtà non lo è. Gli
studi più avanzati di fisica quantistica convergono infatti verso questa
ipotesi, e sono stati fatti ormai molti esperimenti di laboratorio che
supportano la tesi che la coscienza sia in grado di influenzare senza
intermediari le altre coscienze e addirittura la materia.

Una volta accettato che è la nostra coscienza a creare la nostra realtà, per
poterla creare in maniera attiva e consapevole è utile esaminare prima di
tutto alcuni presupposti fondamentali del processo.
Il primo presupposto della creazione della realtà è l’esistenza di un campo
che unisce tutti i fenomeni dell’universo, materiali e spirituali, un campo
di cui noi facciamo parte integrante e che ci collega ad ogni altro essere e
fenomeno dell’universo, dal più piccolo al più grande. Questo campo in
ambito scientifico, psicologico e filosofico è stato definito in molti modi:
mondo platonico (definizione questa non di un filosofo ma di uno scienziato,
Penrose, uno dei fisici quantistici più accreditati e più all’avanguardia),
campo di forma, campo morfico, campo morfogenetico, inconscio collettivo,
ordine implicato, matrice o matrix, matrix divina, campo quantico, campo del
punto zero o più semplicemente “campo”. L’esistenza di questo campo è ormai
accettata da molti scienziati ai massimi livelli ed è stata dimostrata da
alcuni esperimenti.
Le relazioni all’interno di questo campo non sono lineari o causali, ma
sincroniche. Il che significa che una modifica in un punto del campo
influenza istantaneamente il resto del campo, senza che intervengano
intermediari materiali o meccanismi lineari di causa ed effetto.

Che ce ne rendiamo conto o no, è attraverso questo campo che noi creiamo la
nostra realtà. In ogni istante della nostra vita noi interagiamo con il
campo. Se impariamo ad interagire consapevolmente, impadronendoci dei
meccanismi di funzionamento del campo, possiamo diventare i creatori
consapevoli della nostra realtà.
Il secondo presupposto è che il linguaggio che il campo comprende e a cui
risponde è il linguaggio del cuore, cioè i sentimenti. Naturalmente anche il
pensiero è importante, ma se i nostri sentimenti sono in contrasto con i
nostri pensieri, sono i primi a prevalere. Il campo recepisce le
informazioni che vengono dal cuore e risponde ad esse istantaneamente.
Questo principio è chiamato comunemente “legge della risonanza” o “legge
dell’attrazione”. Si attira solo ed esclusivamente ciò che è in risonanza
col nostro cuore. Se non ci piace quello che attiriamo, non abbiamo altra
scelta che cambiare le nostre vibrazioni, le frequenze del cuore. Se le
frequenze del cuore sono basse, come quelle generate da sentimenti come la
paura, o l’odio, o il dolore, attireremo persone ed eventi che vibrano alla
stessa frequenza e la nostra vita diventerà sempre più dominata dalla paura,
dall’odio o dal dolore. Per inciso, è stato sperimentalmente dimostrato che
il nostro cuore genera un campo elettromagnetico la cui ampiezza è
normalmente di 2 o 3 metri e che può quindi influenzare gli altri campi
elettromagnetici presenti nell’ambiente, compresi quelli delle altre
persone.

In base alle informazioni che il nostro cuore invia al campo, il campo
risponde modificando sincronicamente la realtà materiale e producendo nel
nostro ambiente oggettivo (e quindi anche nel nostro corpo) quelle
situazioni e quegli eventi che sono coerenti con le informazioni ricevute, e
quindi con i nostri sentimenti. Se i nostri sentimenti sono di insicurezza e
di frustrazione, il campo riflette questi sentimenti producendo nella nostra
realtà situazioni ed eventi che mettono a rischio la nostra sicurezza e che
ci impediscono di soddisfare i nostri desideri e le nostre esigenze. Se ci
sentiamo delle vittime il campo ci rimanda situazioni in cui effettivamente
siamo delle vittime. Perciò, se vogliamo essere soddisfatti e avere successo
nella vita, dobbiamo riuscire a sentirci già soddisfatti e vincenti prima
ancora di esserlo concretamente nella nostra realtà oggettiva. Se vogliamo
trovare una persona che ci ami dobbiamo sentirci amati e desiderati prima
ancora di averla trovata, e così via. In altre parole, per riuscire a
ottenere nella nostra realtà concreta e materiale le situazioni e gi eventi
che desideriamo, dobbiamo prima costruirli nella nostra realtà interiore e
sperimentare i sentimenti collegati ad essi come se quegli eventi fossero
già realizzati.

Un terzo presupposto è l’esistenza di una dimensione fuori del tempo dove
tutto è potenzialmente possibile. Possiamo chiamare questa dimensione il
campo delle possibilità. In questo campo ogni cosa non solo è possibile ma
esiste. Esistono tutti i possibili futuri individuali e collettivi. Questa
idea potrebbe sembrare un’astrazione (o peggio un vaneggiamento) ma invece
corrisponde a quello che sostiene la fisica quantistica a proposito delle
particelle subatomiche. In ogni istante una particella si trova
contemporaneamente in tutti i suoi possibili stati di esistenza. Solo quando
interviene un osservatore (ad esempio, attraverso degli strumenti di misura)
la particella viene a trovarsi in uno stato determinato (si dice che la
funzione d’onda della particella “collassa”) che esclude tutti gli altri.

Nei termini che stiamo usando oggi possiamo dire che il campo contiene
potenzialmente tutte le possibili realtà, e che poi solo una di queste
realtà viene manifestata concretamente nel nostro spaziotempo. Ma cos’è che
fa sì che il campo manifesti una data realtà e non un’altra? Le chiavi sono
l’immaginazione e l’intenzione. Tutto ciò che possiamo desiderare o
immaginare è possibile. Perciò prima di tutto dobbiamo definire bene ciò che
vogliamo. Se decidiamo di trovare un lavoro più remunerativo, il campo
potrebbe crearlo in un’altra città. Se non siamo disposti a trasferirci è
meglio definirlo prima. Una volta stabilito il “cosa” dobbiamo attivare
l’intenzione di realizzarlo. L’intenzione non ha quasi nulla a che fare con
la volontà. La volontà è una funzione dell’ego, l’intenzione è un potere del
Sé. È il potere di armonizzarci ed entrare in sintonia con il campo delle
possibilità. Immaginando un risultato futuro e sviluppando un’intenzione
corrispondente creiamo un altro campo, chiamato campo delle probabilità. Il
futuro che abbiamo scelto da possibile diventa “probabile”, e inizia a
manifestarsi nella nostra realtà per mezzo di eventi che la psicologia
chiamerebbe “sincronicità”. Le sincronicità sono eventi collegati al nostro
stato psichico interno che non sono però prodotti da un meccanismo di
causalità lineare. Tutti noi sicuramente abbiamo sperimentato tante volte
delle sincronicità. Pensiamo a qualcosa, e ci succede nella realtà un evento
collegato a ciò che abbiamo pensato. Il caso più banale e comune e quando
pensiamo a una persona che non vediamo da molto tempo e poco tempo dopo
incontriamo quella persona o riceviamo una sua telefonata.

All’interno del processo della creazione della realtà, le sincronicità hanno
la funzione di indirizzare i nostri comportamenti per ottenere il risultato
desiderato. Il punto di partenza sono sempre i nostri sentimenti e i nostri
pensieri che comunicano con il campo. Il campo riceve le informazioni e
modifica la realtà in base ad esse. Per questo è importante essere attenti
alle sincronicità, anche quelle apparentemente banali o irrilevanti, così da
intensificare il processo.

Mano a mano che il campo delle probabilità che abbiamo creato fa manifestare
sincronicità ed eventi nella nostra vita, noi dobbiamo sfruttare quegli
eventi operando nuove scelte in vista della realizzazione di ciò che abbiamo
deciso di realizzare. Dopo avere scelto il nostro futuro e avere creato il
campo delle probabilità, è importante non avere particolari aspettative sul
modo in cui il nostro desiderio dovrà realizzarsi, ma abbandonarsi con
fiducia al flusso degli eventi. In altre parole, dobbiamo focalizzarci sul
“cosa” e non sul “come”. Il come non è compito nostro ma del campo
universale. Il nostro unico impegno dev’essere quello di mantenere il
sentimento di avere già realizzato il futuro che abbiamo scelto per noi. Se
diventiamo ansiosi, impazienti o temiamo di non riuscire a ottenere ciò che
vogliamo, blocchiamo il processo. O meglio, e come se creassimo un nuovo
campo di probabilità scegliendo un futuro negativo. Il campo legge il nostro
sentimento di ansia e dubbio, e manifesta un risultato negativo
corrispondente a quel sentimento.
Tutto quello che dobbiamo fare quindi è mantenere il sentimento che il
futuro desiderato si sia già realizzato, e seguire le sincronicità che si
presentano nella nostra vita (un incontro, un consiglio che qualcuno ci dà,
un’intuizione che ci dice di fare qualcosa di particolare, talvolta un
sogno), lasciando alla matrix divina il compito di trovare il modo migliore
per soddisfare i nostri desideri.

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