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Pianeti extrasolari controcorrente
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Pianeti extrasolari controcorrente
Scoperti altri nove esopianeti. Diversamente da quanto predetto dalla attuale teoria sulla formazione dei sistemi, però, alcuni di questi orbitano nella direzione opposta alla rotazione delle loro stelle
L’elenco dei pianeti extrasolari si arricchisce di nove new entry, arrivando così a contarne 452. La scoperta sarebbe importante ma non straordinaria, se non fosse che due di questi hanno la peculiarità di ruotare nel senso inverso a quello predetto dalle attuali teorie sulla formazione dei sistemi, e presentano un’orbita davvero inusuale. La scoperta è stata annunciata ieri, 13 aprile, nel corso del National Astronomy Meeting 2010 del Regno Unito. Non è tutto: i due non sarebbero le uniche eccezioni.
Si tratta di una notizia ‘bomba’ per l’intera comunità internazionale di planetologi, ma andiamo con ordine. I nove pianeti sono stati individuati da un gruppo di ricerca guidato da Didier Queloz, dell’Osservatorio dell’Università di Ginevra, e da Andrew Collier Cameron, dell’Università di St. Andrews (Scozia), grazie al Wasp (Wide Angle Search for Planets) dell’Osservatorio La Silla, in Cile. I corpi sono stati classificati come Giove caldi, ovvero con dimensioni simili a quelle del nostro Giove, ma che percorrono un’orbita molto prossima alla loro stella.
In seguito alla scoperta, il team ha utilizzato i dati dello spettrografo Harps dello European Southern Observatory (Eso) e del telescopio svizzero Euler (entrambi a la Silla), combinandoli con quelli raccolti su altri 18 esopianeti. Il fine era quello di confermare la scoperta e studiare le caratteristiche di questi corpi
I risultati però hanno sorpreso tutti: ben sei pianeti extrasolari sui 27 considerati hanno una rivoluzione retrograda - cioè orbitano nella direzione opposta alla rotazione delle loro stelle (come avviene per tutti i pianeti del Sistema Solare) -; più della metà degli esopianeti, inoltre, ha orbite disallineate rispetto all’asse di rotazione di queste. Entrambi i fatti contraddicono la teoria sulla formazione dei pianeti attualmente più accreditata, secondo cui i sistemi si formano nel disco di gas e polvere che circonda una giovane stella e che ruota nella sua stessa direzione e sullo stesso piano. Finora si riteneva, inoltre, che i Giove caldi si formassero ai confini più esterni di questi dischi e migrassero successivamente vicino al loro sole. La condizione per cui questo avvenga, però, è che le orbite di pianeta e stella siano allineate. I ricercatori hanno ora avanzato un’ipotesi alternativa che chiama in causa disturbi gravitazionali di altri corpi massivi molto distanti. Secondo i primi dati, il loro effetto potrebbe anche causare il rovesciamento dell’orbita. (t.m.)
L’elenco dei pianeti extrasolari si arricchisce di nove new entry, arrivando così a contarne 452. La scoperta sarebbe importante ma non straordinaria, se non fosse che due di questi hanno la peculiarità di ruotare nel senso inverso a quello predetto dalle attuali teorie sulla formazione dei sistemi, e presentano un’orbita davvero inusuale. La scoperta è stata annunciata ieri, 13 aprile, nel corso del National Astronomy Meeting 2010 del Regno Unito. Non è tutto: i due non sarebbero le uniche eccezioni.
Si tratta di una notizia ‘bomba’ per l’intera comunità internazionale di planetologi, ma andiamo con ordine. I nove pianeti sono stati individuati da un gruppo di ricerca guidato da Didier Queloz, dell’Osservatorio dell’Università di Ginevra, e da Andrew Collier Cameron, dell’Università di St. Andrews (Scozia), grazie al Wasp (Wide Angle Search for Planets) dell’Osservatorio La Silla, in Cile. I corpi sono stati classificati come Giove caldi, ovvero con dimensioni simili a quelle del nostro Giove, ma che percorrono un’orbita molto prossima alla loro stella.
In seguito alla scoperta, il team ha utilizzato i dati dello spettrografo Harps dello European Southern Observatory (Eso) e del telescopio svizzero Euler (entrambi a la Silla), combinandoli con quelli raccolti su altri 18 esopianeti. Il fine era quello di confermare la scoperta e studiare le caratteristiche di questi corpi
I risultati però hanno sorpreso tutti: ben sei pianeti extrasolari sui 27 considerati hanno una rivoluzione retrograda - cioè orbitano nella direzione opposta alla rotazione delle loro stelle (come avviene per tutti i pianeti del Sistema Solare) -; più della metà degli esopianeti, inoltre, ha orbite disallineate rispetto all’asse di rotazione di queste. Entrambi i fatti contraddicono la teoria sulla formazione dei pianeti attualmente più accreditata, secondo cui i sistemi si formano nel disco di gas e polvere che circonda una giovane stella e che ruota nella sua stessa direzione e sullo stesso piano. Finora si riteneva, inoltre, che i Giove caldi si formassero ai confini più esterni di questi dischi e migrassero successivamente vicino al loro sole. La condizione per cui questo avvenga, però, è che le orbite di pianeta e stella siano allineate. I ricercatori hanno ora avanzato un’ipotesi alternativa che chiama in causa disturbi gravitazionali di altri corpi massivi molto distanti. Secondo i primi dati, il loro effetto potrebbe anche causare il rovesciamento dell’orbita. (t.m.)
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