Emozioni in equilibrio tra mente e corpo

Di Marco Cattaneo



Sarà successo a tutti, almeno una volta. Di dover affrontare un compito importante, una svolta della vita, fosse anche solo l'esame di scuola guida... Hai studiato, sei preparato, non hai trascurato nessun dettaglio. Eppure all'improvviso ti prende un nodo in gola, cominci a sudare freddo, i pensieri vagano a vuoto in un universo parallelo. E, quando arriva il momento, è la paralisi. Altre volte quelle stesse emozioni che ci tradiscono fino a farci patire brucianti fallimenti sono la molla che - come si dice - ci fa gettare il cuore oltre l'ostacolo, ci fa superare i nostri limiti, ci fa dare il massimo. E allora che fare? Lasciare spazio alle emozioni o dominarle?
Quel che è più affascinante è che sono le stesse emozioni, alle quali reagiamo in modo diverso secondo le circostanze. Forse, a pensarci bene, è proprio da qui che nasce il millenario dibattito animato da pensatori e filosofi su queste manifestazioni del nostro comportamento. Di volta in volta le emozioni finiscono sul banco degli accusati in quanto espressioni deteriori dell'animo umano, che ne minacciano la presunta natura razionale, oppure celebrate come motore primario delle nostre avventure più esaltanti, al punto che senza di esse la nostra stessa essenza di esseri umani sarebbe svuotata.
Psicologi e psicoanalisti le studiano da sempre, anche nelle loro espressioni patologiche. Ma per le neuroscienze cognitive sono state a lungo un territorio off limits. Troppo complicato affrontare un terreno così soggettivo, e così difficile da circoscrivere con un approccio sperimentale. Oggi invece - grazie soprattutto ai coraggiosi studi pionieristici di Antonio Damasio - la ricerca sulle basi cerebrali delle emozioni ha compiuto passi notevoli nel tentativo di spiegare la loro influenza sui processi cognitivi. Anche se - è bene dirlo - la strada per spiegarne la genesi e le manifestazioni è ancora lunga e irta di ostacoli.
Eppure c'è una svolta importante, che è al centro del dossier sulle emozioni che apre queste numero, a partire da pagina 27. Ed è il superamento del dualismo cartesiano, secondo cui il cervello era la sede dello «spirito», della razionalità, e il corpo quella delle emozioni. Accettare che le emozioni influenzano i processi cognitivi, e viceversa, che il corpo e la mente sono un unicum inestricabile, è il primo passo per un proficuo incontro tra psicologia e neuroscienze in vista di una sempre migliore conoscenza delle relazioni tra percezione ed elaborazione del pensiero. Solo grazie a questo incontro potremo imparare a riconoscere, esprimere, regolare, godere le nostre emozioni. Facendone un punto di forza, e non un'incognita incontrollabile della nostra vita.