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Influenze della Gran Loggia degli “ANTICHI”

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Influenze della Gran Loggia degli “ANTICHI” Empty Influenze della Gran Loggia degli “ANTICHI”

Messaggio Da Angelodiluce Mar Nov 03, 2009 4:07 pm


Dopo la fondazione della Gran Loggia di Londra del 24 giugno 1717, cui seguirono le due edizioni
delle note costituzioni c.d. di Anderson, perché redatte dal Pastore presbiteriano James Anderson
con l’ausilio determinante dell’ecclesiastico e uomo di cultura John Theophilus Desaguliers, si
verificò nel 1751, nel dinamico panorama della Libera Muratoria britannica un evento assai
rilevante: la istituzione della Gran Loggia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, che fu
comunemente detta degli “Antients” in contrapposizione con quella del 1717, detta dei “Moderns”.
Gli “Antients” ebbero il loro principale animatore e promotore in un personaggio per molti versi
straordinario, tale Laurence Dermott, che, pur non essendo mai assurto al rango di Gran Maestro
della Gran Loggia di cui fu il fondatore, (ebbe a ricoprire infatti solo l’incarico di Gran Segretario)
purtuttavia lasciò una indelebile traccia nella storia e negli sviluppi di questa rilevantissima
esperienza massonica.
La Gran Loggia degli Antichi si caratterizzò anche dall’aver adottato un proprio
autonomo testo quale Costituzione: l’ “Ahiman Rezon”.
Ma andiamo con ordine. Vi furono diverse e varie ragioni che condussero al
costituirsi della nuova Gran Loggia e principalmente va evidenziata l’esigenza di
recuperare le pratiche più genuinamente “tradizionali” con la contestuale
valorizzazione del grado dell’Arco Reale, grado che era stato cancellato dai
Moderni.
Prima di addentrarci nell’esame di quelle che furono le precipue caratteristiche del
Libro delle Costituzioni Antients, sarà necessario fare un breve excursus sui rilievi
sociali delle due Gran Logge che si contrapposero fieramente nel corso del XVIII
sec.
Il noto scrittore e storico Bernard E. Jones, nel suo lavoro, “Guida e Compendio per i Liberi
Muratori” indica principalmente quali motivi del conflitto tra Antients e Moderns: “l’apatia e la
negligenza della prima Gran Loggia, unite all’incapacità a governare l’Istituzione” ed inoltre “le
differenze di pratiche rituali e cerimoniali”
In effetti, dopo un periodo di sviluppo, per la verità abbastanza ristretto nel tempo, e dopo il
susseguirsi delle due redazioni delle note Costituzioni di Anderson (del 1725 e del 1738) si verificò
in terra inglese, una progressiva riduzione nel numero delle logge, numero che già nel 1738 da 182
era passato a 157. Nella sola Londra si era passati da 103 e 69, probabilmente anche a causa della
Bolla pontificia di Clemente XII che ebbe a condannare senza appello la Massoneria e che, in certa
misura finì sull’influire sulle adesioni all’Istituzione.
A meglio vedere fu certamente una serie di cause, o meglio di con-cause,
a provocare un sussulto da parte di quei massoni più accorti ed attenti al
proprio patrimonio simbolico e rituale e diverse furono le circostanze da
considerare per poter comprendere le motivazioni di tale situazione.
Ed infatti vi furono Gran Maestri della Gran Loggia di Londra che si
susseguirono sempre più giovani ed inesperti (nel 1747 venne installato un
G.M. di 25 anni), in un contesto nel quale la Libera Muratoria non godeva
di buona fama, come scrive lo scrittore e massone Horace Walpole.

In tale clima, le c.d. “exposures” sui rituali, si facevano sempre piùminacciose per l’integrità e la riservatezza dell’Istituzione massonica e resero possibile l’accesso in
loggia di profani che conoscevano le parole sacre e di passo per aver letto i libelli più famosi
dell’epoca che erano stati pubblicati a puntate, con intento scandalistico, su quotidiani londinesi (si
ricorda nel 1723 la pubblicazione di “A Mason’s Examination” cui seguì, nel 1730 la pubblicazione
più nota, “Masonry Dissected” di Samuel Prichard).
Dunque, una parte significativa della Massoneria britannica cercava di difendersi dalla crescente
profanizzazione, tentando in varie maniere di recuperare una ricerca dell’esperienza liberomuratoria
più genuina e meno condizionata dalle classi nobiliari come lo era quella della Gran
Loggia del 1717, essendo sinceramente aperta al contributo dei ceti medi artigiani e del commercio.
A volte l’operato della Massoneria Britannica fu discutibile come quando per tenere fuori della
porta del Tempio coloro che non vi erano stati regolarmente ammessi, per non essere stati iniziati
ritualmente in loggia, operò una inversione delle parole rituali, rischiando lo sconvolgimento di
tutto l’apparato rituale, per questo fu inevitabile che, da parte dei Fratelli più attenti e legati alle
antiche tradizioni, si sentisse il richiamo al rispetto della ritualità proveniente dalle logge scozzesi
ed irlandesi.
D’altra parte, la forma federativa e comunque accentratrice della Gran Loggia di Londra, quella dei
Moderns, per sua propria natura tendeva ad espellere dal proprio “circuito” le logge espressione di
soggetti appartenenti alla classe sociale media, soggetti colti e forse già iniziati presso le logge
irlandesi e scozzesi perché, suggerisce ancora Jones, che pur se apparentemente sembrava che la
nascita degli “Antichi” fosse dovuta ad un scisma verificatosi all’interno della prima Gran Loggia,
in realtà fu “principalmente dovuta agli sforzi decisi di massoni irlandesi e scozzesi residenti in
Inghilterra, aiutati da inglesi che, per la maggior parte, non avevano giurato obbedienza alla prima
Gran Loggia”.
Vi è stato pure uno studioso, J.E.S. Tuckett, di cui ancora il Jones fa menzione, che ritenne che la
Massoneria degli Antichi fosse stata il punto di riferimento dei Cattolici e degli Stuart, dei seguaci
irlandesi e scozzesi rifugiatisi in Francia verso il 1688, mentre i fondatori della prima Gran Loggia
andavano identificati con i protestanti e seguaci della casata Hannover.
In questo scenario, il 17 luglio del 1751, nel quartiere di Soho, a Londra, nella taverna di Turk’s
Head, sorse la nuova Gran Loggia i cui membri, per lo più appartenevano alla piccola e media
borghesia artigiana, del commercio e dei mestieri.
Dopo diverse iniziali vicissitudini, per la nomina di un Gran Maestro di rango che desse lustro alla
neonata Gran Loggia, con il succedersi di diversi personaggi aristocratici, tra cui, nel 1775 il terzo e
quarto Duca di Atholl, già Gran Maestro di Scozia, e successivamente del Conte di Antrim, già
Gran Maestro di Irlanda, fu nel 1756 che Laurence Dermott, già indicato quale vera “anima” della
Gran Loggia dei Muratori Liberi e Accettati secondo la Vecchia Istituzione (questo fu il nome
scelto) codificò il libro di Costituzioni, l’Ahiman Rezon.
Nell’Ahiman Rezon, Dermott ebbe a manifestare “un’acre polemica contro i Moderns con una serie
di rivendicazioni egualitarie, contro i ceti sociali nobiliari ed alto-borghesi che costituivano il
gruppo dirigente dei Moderns”. .
Questa Gran Loggia si caratterizzò per l’apertura nei confronti delle classi sociali che potremmo
definire “di mestiere” e si contrappose ad una Muratoria arrogante, elitaria, tutt’altro che rispettosa
delle tradizioni.
Il no al centralismo e il rispetto dell’autonomia delle logge, fulcro della più autentica esperienza
massonica con la valorizzazione delle esperienze storiche e culturali delle singole logge, con il
contestuale superamento del concetto di “regolarità” introdotto dai Moderns (per il quale chi non
rispettava le innovazioni non era “riconosciuto”) costituirono la “cifra” della seconda Gran Loggia.
Ecco allora che Dermott, nel suo Ahiman Rezon, inserisce le esperienze rituali proprie della
massoneria anteriore alla fondazione della Gran Loggia di Londra.
Potremmo agevolmente stilare un elenco delle accuse sollevate dagli Antients nei confronti dei
Moderns, relativamente alle quali si va dalla già sopra accennata inversione dei modi di

riconoscimento del primo e secondo grado, all’inserimento delle parole e dei modi diiconoscimento nelle cerimonie anziché nei preliminari alle stesse, dalla diversa sistemazione degli
arredi di loggia, alla eliminazione delle radici cristiane dai rituali, dalla semplificazione ed
accorciamento dei rituali, all’abbandono dei catechismi (questi ultimi non a torto considerati
importantissimi da parte degli Antients).
Ed ancora possiamo annoverare l’abbandono delle spade da parte dei Moderns, fortemente
contestato da parte Antient, come peraltro l’abbandono della cerimonia di installazione del
Venerabile. Ma fu la cancellazione del grado dell’Arco Reale che segnò lo spartiacque tra Antichi e
Moderni.
Era dunque iniziato il conflitto tra le due Gran Logge, e si esplicò in reciproche scomuniche e
divieti a frequentare gli affiliati dell’una i lavori rituali dell’altra. Ma questo avveniva, per così dire,
a livello istituzionale, infatti i singoli fratelli continuavano a frequentarsi gli uni con gli altri.
Ma torniamo all’Ahiman Rezon, alle Costituzioni degli Antichi per le quali il Dermott ebbe a
recuperare probabilmente il più autentico spirito alla base della istituzione massonica e comunque
quello che sembra aver manipolato in misura minore la tradizione dei rituali e la storia della
massoneria, rispetto all’operato di Anderson e Desaguliers, come testimonia in maniera innegabile
il gustosissimo episodio narrato nel prologo delle sue Costituzioni da Dermott.
Racconta infatti in prima persona di quando egli stesso, colto dal sonno nello scrivere la storia della
Massoneria a partire da Adamo e Mosé e dopo aver stilato un lunghissimo elenco di progenitori
illustri, lasciò incustodito il manoscritto ed un cane ebbe a rubare ed a divorare tutti i fogli che
riportavano la magnifica storia, tanto “magnifica” che lo stesso narratore era rimasto preda di un
sonno profondo.
Dopo un primo momento in cui avrebbe voluto vedere impiccato il cagnaccio, lo stesso Dermott
riconobbe la necessità di inserire nelle Costituzioni che si accingeva a scrivere “niente che non
fosse verità innegabile”, in evidente polemica con i ben più “autorevoli” Anderson e Desaguliers,
considerando così l’episodio del cane di cattivo augurio e che di conseguenza la pretesa di far
risalire la massoneria alla notte dei tempi rappresentasse certamente una velleità priva di
fondamento.
E nel mentre compilava il “suo” Ahiman Rezon, attingendo invero anche dalle Costituzioni di
Anderson quando gli aggradava e dalle opere irlandesi di tal dott. Dassigny, fu d’altra parte forte
l’esigenza di Dermott di fare riferimento alle “verità innegabili” in quanto di “grande utilità alla
Fratellanza ed ugualmente, ai moltissimi che non fanno parte della Società […] perché mostreranno
[..a questi ultimi..] la propria follia nel ridicolizzare una Società fondata sulla religione, sulla
moralità, sull’amore fraterno e sulla buona compagnia […] e per giudicare quanto siano dotati delle
qualificazioni necessarie per un libero muratore [..i profani..] prima di fare domanda per essere fatti
membri della Società”.
In un anelito al recupero della più autentica tradizione massonica, l’Ahiman Rezon è dedicato al
G.M., Conte di Blessington, per “far conoscere ai giovani Fratelli come debbono comportarsi nel
loro agire, con rettitudine, integrità, moralità ed amore fraterno, sempre tenendo presenti gli antichi
Landmarks”.
Il trattato vero e proprio, il cui titolo è intraducibile ma il cui sottotitolo recita “o dell’aiuto al
fratello”, contiene gli Antichi Doveri, il breve dovere per i Muratori, e, quella che è definibile quale
“norma” peculiare per gli Antichi, il “modo antico di costituire una Loggia” ed inoltre le due
preghiere di apertura di Loggia per i Liberi Muratori di fede ebraica e la preghiera in uso presso gli
Antichi Muratori oltre ad altre preghiere.
In effetti l’influenza della esperienza degli Antichi e del loro Ahiman Rezon
sostenuta ed alimentata, infaticabilmente dal proprio deus ex machina, Laurence
Dermott, fu talmente importante da condurre, dopo almeno otto edizioni e più di
mezzo secolo di conflitti e di reciproci ostracismi all’Atto di Unione del 1813,
quando, ormai scomparso Dermott, si riunificarono i Moderni con gli Antichi e si

diede luogo alla United Grand Lodge of England.

Le ragioni che portarono alla riunificazione furono, da una parte i tentativi di riavvicinamento resi
possibili (nonostante la supponenza dei Moderns), dalla maggior consistenza, dal punto di vista
economico della G.L. degli Antients, e dall’altra parte per la più ben forte esigenza di fronteggiare
insieme ed uniti la minaccia francese, che con la Rivoluzione tendeva ad attraversare il Canale della
Manica.
Curioso fu, il verificarsi costante, nel periodo di massimo conflitto, (prima che si giungesse all’Atto
di Unione -Articles of Union- del 1813), di episodi di re-iniziazione quando i Fratelli dell’una
passavano da una Gran Loggia all’altra e o si trovavano a visitare una Loggia dell’altra obbedienza,
per cui si doveva, dall’una e dall’altra parte, essere re-iniziati e ri-pagare la quota di ammissione per
essere considerati “regolari”.
L’Atto di Unione venne sottoscritto dai Moderns e dagli Antients il 27 dicembre 1813,
significativamente per tutti i massoni, il giorno dedicato a S. Giovanni e decretò la vittoria della
prospettiva organizzativa centralista e caratterizzata dal concetto di regolarità dei Moderns ed al
contempo il riconoscimento della visione Antient con il recupero e la valorizzazione della parte
rituale e cerimoniale che culminò cosi con il riconoscimento del Grado del Santo Arco Reale quale
seconda parte del terzo grado.
Certamente l’esperienza iniziatica libero- muratoria che conosciamo direttamente per aver lavorato
ritualmente in Loggia sarebbe stata di gran lunga differente se il Fratello Laurence Dermott non
avesse tentato, di “aiutare un fratello” nel percorso di recupero della tradizione rituale e cerimoniale
più autentica che aveva attraversato le Logge massoniche sin dal primo manifestarsi dell’Istituzione
Massonica con il suo libro delle Costituzioni, che intitolò “Ahiman Rezon”, con l’intento di dare

qualcosa di straordinario all’universalità dei Liberi Muratori.

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