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Il Sogno Consapevole

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Messaggio Da Angelodiluce Lun Feb 14, 2011 5:03 am

L'uomo è solo un campo di costante inferenza"

Con il seguente articolo ha inizio un lavoro di indagine attorno al mondo onirico. In tale ottica il presente non deve intendersi come opera conclusiva, ma solamente una tessera di un mosaico più ampio, che nel corso del tempo si andrà componendo.

La vita umana si estrinseca in una serie di accadimenti, che ci vedono come oggetti e soggetti dei medesimi, ma trovo utile sgombrare il terreno da un equivoco iniziale, in quanto per accadimento non intendo il solo fatto fisico, ma bensì ogni espressione relazionale o non relazionale che investe e modifica il nostro sistema percettivo-cognitivo.

Tale assunto iniziale, vedremo, non ha valenza solamente per il piano onirico, di cui andiamo a trattare, ma per ogni altra pratica sia essa meditativa o spirituale che l'operatore pone in essere, portandoci a considerare la ricchezza di spunti di riflessione, di ambiti di ricerca e di interesse che si celano nella nostra vita quotidiana, sia essa di veglia o onirica, profana o iniziatica, sia che si svolga su di un piano orizzontale o verticale. Fino a concludere che tali ripartizioni se hanno un senso a livello divulgativo, ne hanno molto meno a livello di comprensione del nostro poliedrico e camaleontico essere. Traslando questo pensiero sul mondo onirico comporta che lo stesso non deve essere inteso solamente in chiave orizzontale, riducendo quindi il sogno a uno sfogo di pulsioni e compulsioni non espresse, ma ampliato ad una dinamica verticale che permette a quanto è atavicamente annidato nelle nostre profondità di emergere. Il mondo onirico diviene una sfera, acquista spessore e sostanza, ed un utile strumento con cui deflorare la nostra sfera egoica, o quanto meno di aggirarla, sia portando in superficie quanto è solitamente immerso, sia permettendo di calarsi nei meandri dei nostri agiti.

Da tale complessità delle interazioni umane, e dalla mole dei meccanismi evidenti ed occulti che tutto muovono, discende l'ovvia considerazione che anche nella vita di tutti i giorni, innanzi ad un qualsiasi evento che ci vede compartecipi assieme ad altri, ne traiamo convincimenti diversi, a cagione della difforme prospettiva, formazione, o intenzione, con cui ci poniamo innanzi ad esso. Così a maggior ragione tutto ciò che investe l'emotivo, il psicologico, e il sottile, allontanandosi così dalla sfera del solido e del sensoriale, ha ancora maggiore valenza individuale. Essendo frutto di un piano di sussistenza interiore, immediato per noi e fortemente mediato nel momento in cui proviamo a comunicarlo, o altri provano a comprenderlo. E' utile osservare come in tale novero di fatti, egualmente concreti come i fatti fisici, i nostri strumenti logico-dialettici risultano spesso fallaci o incompleti, ma sarebbe altrettanto ingannevole pensare di poter comprendere questi sottili fenomeni privi di un qualsiasi schema di sistematizzazione degli stessi. Non di rado assistiamo a persone, che seppur hanno la pretesa di esser votate ad un'indagine conoscitiva di loro stessi, rifiutano l'investigazione del piano onirico, in quanto la loro logica non si accompagna in egual misura all'intuito, e non avendo strumenti, capacità ed abilità necessarie rifuggono completamente da tale processo conoscitivo, azzoppandosi volontariamente lungo il camminamento impervio ma fruttuoso della conoscenza.

Entrando nello specifico il mondo onirico è un ambiente di accadimenti psicologici ed emozionali, dove l'unica differenza con lo stato di veglia è che tali eventi escludono la mediazione del fisico. Differenza irrilevante per il nostro cervello, visto che le informazioni giungono ad esso non in funzione di una trasmissione meccanica, ma di una trasmissione bio-elettrica. Ecco quindi che per il cervello, il nostro centro volitivo, è quindi irrilevante il luogo o il come di un accadimento, mentre assume estrema rilevanza come questo viene tradotto, in base agli schemi cognitivi precedenti, in esperienza. La quale a sua volta, oltre che sedimentarsi, si traduce in un'onda d'urto modificativa che si propaga a tutta la nostra struttura emozionale, psicologica e cognitiva.

Spesso mi soffermo a ricordare come in somma riduzione, escludendo tutte le varie sovrastrutture, noi non siamo altro che il nostro sistema percettivo-cognitivo, e quanto avanza altro non è che la risultante di ciò che esso plasma e propone. Un binomio fonda le proprie radici in quel mistero che è la nostra individualità alla nascita, ma anche le successive esperienze che sono lette e sedimentate in noi. Un binomio dove ciò che è il percettivo si deve correttamente intendere la nostra capacità di raccogliere informazioni, di leggere il sensibile, attraverso i nostri sensi fisici e spirituali. Mentre ciò che è il cognitivo rappresenta quella serie di algoritmi psicologici che traducono le informazioni raccolte dal sistema percettivo, in esperienze che a loro volta sedimentandosi e stratificandosi mutano gli schemi cognitivi e percettivi stessi.

Questo sistema trova campo di azione e di modifica non solo nel campo del sensibile, come abbiamo detto in precedenza, ma anche in quello dell'onirico che è porzione di un sottile che tutto impregna ed avvolge. Quando una mattina ci svegliamo rendendoci conto che un sogno della notte appena trascorso, ha un qualcosa di diverso ( un elemento, un colore, una valenza emotiva) rispetto ai sogni precedenti, che abbiamo trovato tale evento utile, interessante, gradevole, meritevole di ulteriore indagine o esposizione, cambiamo i nostri schemi cognitivi. Ciò che fino a quel momento era irrilevante o poco rilevante, sale nella nostra allocazione di attenzione, occupa uno spazio evidente all'interno della nostra memoria, è meritevole di altre combinazioni psicologiche, è oggetto e soggetto di flussi di pensiero. Ciò a sua volta si traduce nell'indirizzare la nostra percezione, in questo caso non sensoriale ma onirica, verso tale ambito di accadimenti. Venendosi a compiere un ciclo di feed-back che muta l'interezza del sistema percettivo-cognitivo, e la sua sintesi che è l'attenzione. Discende che con adeguate azioni è possibile plasmare il sistema stesso, fino a rimuovere quei traumi, o ciò che reputiamo tali, che lo hanno in qualche modo condizionato.

In conclusione nell'ottica proposta, ciò che risulta rilevante non è tanto se l'accadimento abbia avuto sussistenza nel fisico, nell'emotivo, o nello psicologico; quanto piuttosto la volontà e la capacità dell'uomo di tradurre lo stesso in esperienza sostanziale. Andremo adesso a focalizzare la narrazione esclusivamente in ambito del lavoro onirico, offrendo dei momenti per lo stesso, e delle riflessioni che possono in qualche modo tornare utili per dare una maggiore sostanza a quella che deve essere la nostra aspirazione di conoscenza integrale della macchina umana.

http://www.fuocosacro.com/pagine/astrale/sognoconsapevole.htm

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