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Scocial Network Opportunita e patologie
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Scocial Network Opportunita e patologie
Second Life, MySpace, Linkedin, Facebook: sono i 4 cavalieri dell’apocalisse internet prossima ventura? No, sono semplicemente i nomi dei social network che stanno (o stavano) spopolando tra i navigatori, e che diventano noti anche al pubblico meno informatizzato grazie ad eventi di cronaca che li portano alla ribalta. La recente vittoria di Obama nelle elezioni presidenziali americane, secondo molti editorialisti è anche in buona parte dovuta al sapiente uso del web che il suo staff ha saputo fare sia per raccogliere fondi che per mantenersi in contatto con sostenitori e potenziali elettori. Molta curiosità ha destato la notizia che due inglesi, dopo essersi conosciuti e sposati grazie al web (proprio come nel film “C’è posta per te”), hanno poi divorziato perché la moglie ha beccato l’avatar del marito a fare del cyber sesso su Second Life con l’avvenente avatar di un’altra utente. In questi due spunti di cronaca sono contenuti pregi e difetti dei social network.
La piramide di Maslow
Innanzitutto occorre rendersi conto che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, se non il fatto che le nuove tecnologie e i nuovi media hanno reso possibili modalità di relazione con una facilità e una velocità prima semplicemente impensabili. Negli anni cinquanta, uno psicologo americano divenne famoso per aver codificato secondo una precisa gerarchia i bisogni dell’uomo, creando quella che è universalmente conosciuta come “La piramide di Maslow”.
Alla base ci sono i bisogni imprescindibili (quelli fisiologici), mentre via via salendo si trovano i bisogni di sicurezza, appartenenza, affettività, autostima e autorealizzazione. Si tratta di una rappresentazione schematica che comunque sancisce il fatto che gli uomini hanno sempre cercato di stabilire relazioni con le personalità a loro più affini.
Le intuizioni di alcuni geni evidentemente ben consapevoli dell’accelerazione che le nuove applicazioni dell’informatica avrebbero potuto dare a questi rapporti, hanno innescato un fenomeno che è letteralmente esploso sotto i nostri occhi.
Il web per il bisogno di appartenenza
Molte di queste applicazioni hanno a che fare con il bisogno di appartenenza, persino quelle più legate all’uso del computer per motivi di studio o lavoro, tant’è vero che gli utenti si sono presto divisi in due tribù: quella Mac e quella Dos. I motori di ricerca (grandiosa innovazione che ci permette di trovare in tempo reale informazioni, notizie, approfondimenti, luoghi, indirizzi, eccetera) vengono ora utilizzati per mettere in contatto le persone tra di loro, facilitando il loro scambio di informazioni, di conoscenze, di interessi. Ed è qui che nasce il bivio tra utilità e patologia, complice il lato ludico che contraddistingue le nuove tecnologie. Ho capito che Second Life era una grosso inganno quando scoprii gente incapace di gestire decentemente il proprio lavoro normale…tutta intenta a lavorare di notte ad una impresa virtuale! In Second Life (e lo dice già il nome) c’è tutta l’impossibilità di vivere una vita parallela. E oramai se ne sono accorti quasi tutti...ma quanti inutili osanna abbiamo letto sui giornali!
Condividere conoscenze e passioni
Diverso è il discorso per LinkedIn, tramite il quale si ampliano le conoscenze nel campo del business e delle professioni, e molti trovano lavoro: siamo nel campo dell’utilità pura. Analogamente si può dire per MySpace, particolarmente diffuso tra gli appassionati di musica. Vi si trovano musicisti di ogni tipo che informano dei loro concerti, vi si creano reti di appassionati che cercano relazioni con chi condivide gli stessi interessi. Un gruppo come quello dei Radiohead ha conquistato fama e successo proprio grazie a questo social network. Ancora diverso è il discorso per FaceBook: il divertimento del momento sembra essere quello di ritrovare i compagni di scuola delle elementari, ma anche quello di formare dei gruppi che si scambiano recensioni e suggerimenti su libri, film, spettacoli; il successo di una serie televisiva può essere decretato da un improvviso e fulmineo passa-parola
La piramide di Maslow
Innanzitutto occorre rendersi conto che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, se non il fatto che le nuove tecnologie e i nuovi media hanno reso possibili modalità di relazione con una facilità e una velocità prima semplicemente impensabili. Negli anni cinquanta, uno psicologo americano divenne famoso per aver codificato secondo una precisa gerarchia i bisogni dell’uomo, creando quella che è universalmente conosciuta come “La piramide di Maslow”.
Alla base ci sono i bisogni imprescindibili (quelli fisiologici), mentre via via salendo si trovano i bisogni di sicurezza, appartenenza, affettività, autostima e autorealizzazione. Si tratta di una rappresentazione schematica che comunque sancisce il fatto che gli uomini hanno sempre cercato di stabilire relazioni con le personalità a loro più affini.
Le intuizioni di alcuni geni evidentemente ben consapevoli dell’accelerazione che le nuove applicazioni dell’informatica avrebbero potuto dare a questi rapporti, hanno innescato un fenomeno che è letteralmente esploso sotto i nostri occhi.
Il web per il bisogno di appartenenza
Molte di queste applicazioni hanno a che fare con il bisogno di appartenenza, persino quelle più legate all’uso del computer per motivi di studio o lavoro, tant’è vero che gli utenti si sono presto divisi in due tribù: quella Mac e quella Dos. I motori di ricerca (grandiosa innovazione che ci permette di trovare in tempo reale informazioni, notizie, approfondimenti, luoghi, indirizzi, eccetera) vengono ora utilizzati per mettere in contatto le persone tra di loro, facilitando il loro scambio di informazioni, di conoscenze, di interessi. Ed è qui che nasce il bivio tra utilità e patologia, complice il lato ludico che contraddistingue le nuove tecnologie. Ho capito che Second Life era una grosso inganno quando scoprii gente incapace di gestire decentemente il proprio lavoro normale…tutta intenta a lavorare di notte ad una impresa virtuale! In Second Life (e lo dice già il nome) c’è tutta l’impossibilità di vivere una vita parallela. E oramai se ne sono accorti quasi tutti...ma quanti inutili osanna abbiamo letto sui giornali!
Condividere conoscenze e passioni
Diverso è il discorso per LinkedIn, tramite il quale si ampliano le conoscenze nel campo del business e delle professioni, e molti trovano lavoro: siamo nel campo dell’utilità pura. Analogamente si può dire per MySpace, particolarmente diffuso tra gli appassionati di musica. Vi si trovano musicisti di ogni tipo che informano dei loro concerti, vi si creano reti di appassionati che cercano relazioni con chi condivide gli stessi interessi. Un gruppo come quello dei Radiohead ha conquistato fama e successo proprio grazie a questo social network. Ancora diverso è il discorso per FaceBook: il divertimento del momento sembra essere quello di ritrovare i compagni di scuola delle elementari, ma anche quello di formare dei gruppi che si scambiano recensioni e suggerimenti su libri, film, spettacoli; il successo di una serie televisiva può essere decretato da un improvviso e fulmineo passa-parola
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