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Le dieci profezie sul clima che si stanno avverando
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Le dieci profezie sul clima che si stanno avverando
MILANO - Le dieci previsioni dei climatologi che si sono avverate (o si stanno avverando). I dieci effetti dei cambiamenti climatici. I dieci luoghi o animali minacciati dal riscaldamento globale. Il promemoria ambientalista è stato compilato per l' edizione online del Times dal climatologo e scrittore australiano Tim Flannery. E' un messaggio diretto a ciascuno di noi, perché siamo noi, secondo l' autore, «i signori del clima» (è il titolo del suo ultimo libro, edito da Corbaccio). Dipende da noi, sostiene Flannery, il futuro del pianeta: «Cominciate dalle bollette della luce - ha detto lo scienziato in una recente intervista - fate una riunione in famiglia e date i soldi risparmiati ai vostri figli per incentivarli». La top ten delle previsioni azzeccate e dei relativi effetti collaterali è la sua ennesima mossa per scuotere le coscienze. Si parte dalla vecchia (è del 1893) tesi del nobel svedese Svante Arrhenius: più Co2 mettiamo nell' atmosfera più la terra si riscalderà. Confermata anche una teoria di vent' anni fa formulata da un gruppo dell' Ipcc (il panel sul clima dell' Onu) secondo cui a partire dal 2000 i cambiamenti climatici sarebbero stati visibili, e così è andata, vedi le ultime estati roventi. Si è rivelata fondata anche un' altra previsione degli anni Ottanta, l' innalzamento del livello del mare, oggi sappiamo che è pari a 2,3 millimetri l' anno. Idem per la previsione dello scienziato della Nasa, James Hansen: i ghiacci polari si scioglieranno rapidamente. E per quella, di un secolo fa, secondo cui gli uragani sarebbero diventati più violenti. Le altre «profezie» avverate su cui riflettere sono: alcune specie scompariranno a causa dei cambiamenti climatici, l' Australia sarà sempre più arida, le malattie tropicali aumenteranno, alcune colture saranno colpite, aumenterà l' acidità degli oceani a causa delle emissioni di Co2. I primi dieci effetti dei grandi cambiamenti climatici ormai li conosciamo bene: inverni meno lunghi, stagioni meno prevedibili, notti meno fresche, meno neve, più ondate di calore, uragani più violenti e più lunghi e temperature generalmente più alte. Fra i luoghi e gli animali a rischio estinzione Flannery segnala il succulent karoo in Sud Africa, gli anfibi, la barriera corallina, le specie delle regioni montane, la tundra, le foreste boreali. «Le regioni meridionali d' Italia come la Spagna sono a rischio desertificazione - spiega il climatologo Guido Visconti, docente di Fisica dell' Atmosfera all' Aquila - Certi tipi di piante in Sicilia, Sardegna e Puglia scompariranno, per la rapidità a cui stanno avvenendo i cambiamenti climatici, alcune specie non fanno in tempo ad adattarsi. Ci sono fenomeni che sono sotto i nostri occhi, come la progressiva scomparsa delle rane e dei coralli». Era già tutto previsto, e così è andata/sta andando. Ci sono alcuni punti controversi ma il lavoro di Flannery è condiviso da molti autorevoli colleghi. Sull' intensità degli uragani per esempio ci sono diverse scuole di pensiero: «Alla violenza di Catherine nel 2005, seguì un 2006 relativamente calmo», ricorda Visconti. Ma sulla sostanza è d' accordo con il collega australiano: «Il messaggio di Flannery, che condivido, è che i comportamenti dei singoli farebbero la differenza, a partire dal risparmio energetico. Basta guardare il traffico nelle nostre città per capire che l' opera di sensibilizzazione è soltanto all' inizio. La responsabilità non è soltanto dei governi, è di ognuno di noi. Il "promemoria" di Flannery è interessante per questo».
fonte Corriere della Sera
fonte Corriere della Sera
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