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Tsutomu Miyazaki
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Tsutomu Miyazaki
Nome Completo: Tsutomu Miyazaki Soprannome: l'assassino Otaku, Dracula e l'assassino di bambine Nato il: 21 agosto del 1962 Morto il: Giustiziato, mediante impiccagione il 17 giugno 2008 Vittime Accertate: 4 Modus operandi: Strangolamento, atti di necrofilia, cannibalismo e pedofilia Nato deforme e sessualmente ipodotato, Tsutomu Miyazaki è il perfetto prototipo del serial killer feroce, metodico e privo di rimorso. Pur non avendo un preciso metodo nella scelta delle vittime, questo individuo rappresenta l’indegno prodotto di quella parte della società nipponica, freddata e resa cinica dall’impatto con un'evoluzione troppo immediata ed estrema (prima di parlare specificamente di Tsutomu Miyazaki sarebbe opportuno prima di tutto indagare sul complesso contesto "culturale" in cui ha condotto la sua macabra opera, contesto riassumibile in una sola parola: Otaku). Tsutomu Miyazaki: l’Infanzia Tsutomu Miyazaki nasce prematuramente il 21 agosto del 1962 a Ōme, un sobborgo di Tokyo. Figlio di una famiglia benestante (il padre è l’editore di una delle principali testate giornalistiche della zona) Tsutomu è nato senza polsi ed è quindi costretto a muovere gli avambracci per utilizzare al meglio gli arti superiori. Questa menomazione lo porta a essere deriso e allontanato dai suoi coetanei (alimentando un risentimento che molti anni più tardi diventerà patologico), ma non lo limita nel rendimento scolastico, che tuttavia subisce un brusco calo nel momento in cui passa alla Meidai Nakano High School. Gli scarsi voti riportati al college gli pregiudicano l’ingresso alla Meiji University, dove avrebbe frequentato il corso di letteratura inglese, per diventare insegnante, come era nei suoi progetti. Invece dovette abbandonare il i suoi sogni ed iscriversi ad un college locale per diventare un modesto foto-tecnico. In questo periodo cominciano a manifestarsi i primi sintomi della sua follia che presto sarebbe sfociata nell’omicidio. Miyazaki non è attratto dalle sue coetanee, in quanto sessualmente immaturo e minorato. Oltre che ai polsi, Miyazaki è anche ipodotato sessualmente, come afferma un suo compagno di stanza. Tuttavia dimostra dei desideri sessuali molto al di sopra della norma. La sua patologia si sviluppa inizialmente sotto forma di un "innocente" vojerismo, che lo porta a fotografare la biancheria intima delle tenniste. In seguito, insoddisfatto della pornografia tradizionale, passa alla pedo-pornografia. All’epoca reperire materiale a stampa per pedofili non era difficile in quanto il governo giapponese proibiva l’esposizione del pelo pubico ma non degli organi genitali. Da qui, il passo verso il primo omicidio è molto breve. Come dichiarò agli inquirenti, la molla che lo spinse a uccidere fu la morte del nonno, che fino ad allora era stato l’unico individuo con cui riusciva a rapportarsi. Tsutomu ammise inoltre che dopo la cremazione del cadavere del parente, di nascosto mangiò un osso, convinto che in questo modo si sarebbe incarnato in lui. In seguito a questo macabro episodio, Miyazaki si straniò ancora di più dal mondo, cominciando a torturare e a uccidere cani e gatti nei modi più violenti. Tsutomu Miyazaki: i primi 3 Omicidi Il primo omicidio di Tsutomu Miyazaki fu commesso in un pomeriggio d’agosto del 1988. La piccola Mari Konno, di soli quattro anni era uscita per andare a giocare con una compagna, ma verso le undici di sera non era ancora rincasata. Il padre, allarmato dal ritardo della bambina, aveva avvisato la polizia. Più o meno nello stesso momento, Tsutomu stava strangolando la sua vittima per poi abbandonare i resti su di una collina. Sei settimane più tardi il mostro notò Masami Yoshizawa, sette anni. Giunti non poco lontano da dove era stata seppellita Mari, Masami venne brutalmente strangolata. Dopo averla uccisa Miyazaki abusò sessualmente del cadavere. Il corpo della bambina si mosse, a causa una normale contrazione post mortem, ma l’assassino, in preda al panico si spaventò, abbandonando il corpo, che rimase insepolto. La terza vittima, Erika Namba, seguì, come da copione, la stessa sorte delle due precedenti. Attirata in macchina, non si sa con quali profferte, Miyazaki la convinse a spogliarsi sul sedile posteriore della sua macchina per farsi fare delle fotografie. Ma la bambina capì di essere in pericolo e iniziò a piangere. Allora l’assassino le saltò addosso e la schiacciò con tutto il suo peso, soffocandola. Una volta uccisa, avvolse il corpo in un panno e lo mise nel bagagliaio dell’auto. Giunto in un bosco, il cadavere della ragazzina e i suoi vestiti furono occultati. Ma stavolta il corpo della bambina venne rinvenuto il giorno seguente e gli inquirenti capirono subito che i tre casi (due sparizioni e un delitto) Konno-Yoshizawa-Namba, erano collegati fra loro. Ad avvalorare questa tesi, c’era il fatto che tutte le famiglie delle bambine scomparse, erano state fatte tutte bersaglio di telefonate mute e di strane cartoline, lasciate sulla porta di casa. Una delle più inquietanti fu quella recapitata alla famiglia Namba, composta da caratteri ritagliati dai giornali: "Erika. Tosse. Gola. Riposo. Morte".
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