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Il libero arbitrio

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Il libero arbitrio Empty Il libero arbitrio

Messaggio Da Angelodiluce Ven Nov 20, 2009 1:56 pm

A: Quando vediamo qualcuno che secondo noi sta commettendo un errore e vogliamo evitare che accadano dei danni, siamo tentati di “forzare” quel qualcuno affinché egli faccia o non faccia qualcosa. E' bene, e fino a che punto, questo "forzare"? Ci puoi dire qualcosa?

J: Volentieri. Vi parlo prima del “Libero arbitrio”, che è un dono dato da Dio agli esseri umani e che gli angeli non hanno. Solo gli esseri umani hanno il libero arbitrio e in ogni momento della loro esistenza possono scegliere le loro azioni. Questo fa sì che possano continuamente imparare. Se ad un uomo/donna è stata data la libertà di scelta, nessuno può forzarlo a fare cose che non ha liberamente scelto. Ma come si arriva a scegliere? Si arriva a scegliere attraverso una esperienza sensoriale. Ad esempio se io devo scegliere di percorrere un sentiero, mi avvio e mi guardo intorno percependo odori, rumori, e vivo man mano le sensazioni. Ad un certo punto arrivo ad un bivio. Le strade che mi si presentano davanti all’apparenza sono perfettamente uguali. Non ho alcuna indicazione per sceglierne una o l’altra. Cosa faccio?
In quel momento subentrano fattori quali la mia educazione, il mio percorso precedente, il mio istinto, ecc. Ad esempio se nel mio passato c’è un’idea di politica, sceglierò un sentiero di “destra” o di “Sinistra” perché mi baserò su un’idea politica. Se a sinistra ci sono più prati posso pensare che è bello seguire il sentiero del prato, oppure se ci sono prati da ambedue le parti posso osservare il cielo e vedere se a sinistra ci sono nuvole a destra no, e così via. La mia scelta però sarà sempre influenzata da qualcosa. Come una sorta di “forzatura” interna a fare in un determinato modo. Poniamo che a quel punto arrivasse una persona e mi dicesse di andare a sinistra perché lì c’è il sentiero giusto per me. Io dovrei azionare la mente e fare alcuni ragionamenti:


  • perché me lo dice?
  • Posso fidarmi di questa persona?
  • E se avesse degli interessi particolari a dirmelo?
  • Cosa ci perdo se le do ragione?
  • No, voglio fare di testa mia, e “proprio” perché mi dice di andare sinistra io proverò ad andare a destra.
Risultato?
Nessuno può forzarvi, la scelta è sempre la vostra!
Questo è assolutamente sicuro per ogni essere umano. Proprio perché avete il libero arbitrio.
Per assurdo, anche se quella persona vi puntasse un’arma avreste alcune facoltà:


  • farla ragionare;
  • scegliere di rischiare;
  • scegliere di morire;
  • e così via.
Diverso è il discorso degli angeli verso gli uomini. Noi abbiamo o avremmo il “potere” di forzarvi a fare cose attraverso il pensiero, ma non abbiamo il libero arbitrio e dobbiamo solo eseguire ordini. Possiamo fare tutto ciò che ci viene chiesto dall’energia divina, ma non abbiamo il potere di forzare mai il vostro libero arbitrio, in nessun caso, nemmeno in caso di morte.

A: Un angelo quindi, non “impone”, ma “propone/mette davanti”? E questo sarebbe auspicabile anche tra le persone?

J: Esatto. Un angelo quando ha un incarico verso un uomo/donna o verso una coppia-canale, come nel vostro caso, può solo “suggerire” o “far vedere” le “pietre gialle” del cammino ed evidenziarle a volte, ma niente altro.
Ovvero, se tu stai camminando e il tuo sguardo è rivolto al paesaggio o al cielo e la tua mente segue i suoi pensieri come una farfalla che vola, puoi non accorgerti che c’è un burrone davanti a te o una pietra grossa che può farti inciampare. In questo caso l’angelo ha due possibilità: se quella pietra o quel burrone tu avevi “precedentemente” scelto di incontrarla, l’angelo non può intervenire. Se da parte tua c’è solamente distrazione o mancanza di esperienza, l’angelo può far arrivare un animale di terra che ti porta l’attenzione con un rumore, un fruscio sul burrone o sulla pietra e ti evita di andarci dentro o di sbattere. Perché in quel caso non è funzionale al cammino che devi fare. Quindi tu hai la possibilità di “vedere” ciò che prima non stavi vedendo e di scegliere…

Tra persone certamente sarebbe auspicabile che non ci fosse una “forzatura”, anche se poi di fatto abbiamo visto che non c’è (in quanto ognuno fa comunque la sua scelta), ma se invece di “imporre” il proprio punto di vista si suggerisse un comportamento o si “facesse vedere” il pericolo, poi l’altro affronterebbe la situazione tenendo conto (se si fida) del suggerimento dell’amico/genitore ecc..
Ovvero un genitore sa cosa è bene fare e un figlio non ancora. Riguardo allo studio, un genitore consapevole sa che è bene che il figlio allarghi la sua mente, che studi non per un voto, ma per se stesso, che abbia passioni, interessi, opportunità varie. Ma a volte un genitore (che può farlo perché superiore al figlio anche come potere) impone una scelta al figlio e questo sceglie sempre di testa sua, ma magari impedendosi altre possibilità o sceglie di “mala voglia”. In questo caso l’apprendimento c’è, ma ci sarebbe potuto essere anche se fosse stato posto subito come scelta.
Faccio un esempio:
il genitore sa che imparare a suonare uno strumento può essere utile al figlio e a 4-5 anni lo “obbliga” a prendere lezioni di pianoforte, senza che il bambino/a abbia manifestato questa esigenza. Il bambino forse da grande gliene sarà grato, forse a 12 anni si rifiuterà per sempre di suonare. L’esperienza del suonare la fa, ma non come avrebbe potuto farla. E’ vero che il bambino anche se piccolo può imporsi e non suonare, ma è diverso se il genitore dice al bambino: “Vieni ti faccio vedere come è interessante uno strumento, senti questo è un pianoforte, senti, questo è un violino, questo è un flauto, ecc… Ti attrae? Ti piacerebbe suonarlo? Se pensi che ti piacerebbe possiamo “divertirci” e fare questo gioco per un po’…” Ovvero ha offerto al bambino una serie di stimoli e il bambino ha una possibilità vasta di scelta. Magari dice di no a 4 anni, ma poi a 6 si ricorderà e dirà di sì. Oppure lo farà a 20-40 anni. Non importa.

In un altro caso il genitore darà degli esempi direttamente di educazione, di fedeltà con il partner, di valori, principi e il bambino attraverso quegli esempi crescerà. Ma in quel caso il genitore a sua volta dovrebbe essere consapevole e avere “sani principi”.
In altri casi per esempio se il figlio adolescente sceglie di uscire con “cattive compagnie” cosa può fare il genitore?


  • chiuderlo a casa;
  • parlargli e fargli vedere le diverse opportunità di “altre” amicizie;
  • ascoltarlo;
  • dargli fiducia;
  • pregare;
  • ecc.
In ogni caso sia il ragazzo, sia il genitore stanno facendo continue scelte.
Suggerire al ragazzo di non uscire con compagnie deleterie potrebbe essere una soluzione, ma potrebbe anche non essere quella giusta in quel momento. Perché a volte i ragazzi hanno bisogno di un “polso fermo” e di capire se i genitori tengono a loro. Quindi alle volte anche il conflitto aperto potrebbe essere una scelta valida per “smuovere” una coscienza.
Anche se sarebbe sempre auspicabile mettere di fronte al ragazzo le proprie esperienze e lasciare che scelga lui. Però questo presuppone averlo “sempre” fatto. Non si può iniziare a farlo all’improvviso…
L’esperienza altrui va sempre valutata se si vuole “risparmiare tempo”. Nella crescita e nel metodo di apprendimento-insegnamento, se ci si avvale dell’esperienza di chi ha percorso già una strada, si risparmia tempo. E si fanno più passi avanti.
Se devo scalare una montagna o attraversare una foresta posso scegliere di farlo da solo con tutti i rischi e pericoli del caso e ci metto un tempo anche lungo se non so la strada per arrivare in vetta o alla radura. Ma se prendo una guida, faccio lo stesso l’esperienza, ma mi evito pericoli e la strada è quella giusta perché la guida c’è passata prima di me.
Anche in questo caso c’è la decisione di essere umili e affidarsi alla guida o di essere presuntuosi e pensare di saper fare tutto da soli.
E’ sempre una scelta.

A: Quanto vale l’esperienza fatta con la guida rispetto all’imparare a districarsi in certe situazioni? Ad esempio un conto è se voglio solo arrivare in vetta o alla radura, un conto è se voglio imparare a scalare montagne o attraversare foreste.

J: certo, ci sono due tipi di esperienze, esperienze solo cognitive ed esperienze che servono per renderci abili in una azione.
Se vuoi solo scalare una montagna e vedere l’effetto che fa arrivare in cima ad una vetta, scegli una guida che ti ci faccia arrivare superando poi da solo le asperità e provando le difficoltà dello scalare da solo, ma con accanto qualcuno che ti sa indicare dove ci sono burroni, qual è la via più breve o meno pericolosa e in caso di pericolo cosa fare.
Se vuoi scalare una montagna per imparare a tua volta a scalare le montagne, allora devi porti in condizione di colui che sta di fronte ad un insegnante. Chiedere “prima” quali sono i pericoli, chiedere una mappa della montagna, studiarla insieme alla guida, percorrere prima la strada con la guida e poi da solo e più e più volte.
La prima volta la percorri con la guida e ti fai indicare i pericoli e studi la mappa e prendi i punti di riferimento. La seconda volta vai con la guida (o se sei già abbastanza sicuro vai da solo) e fai attenzione da solo. Anche se ci fosse la guida le chiederesti di non intervenire se non dopo, per spiegarti gli errori che hai fatto. La terza volta vai da solo completamente perché oramai conosci la strada e i pericoli e anche se ti arrivassero imprevisti avresti imparato ad affrontarli perché ne hai fatto esperienza.
Se invece tu scali la montagna da solo senza nessuna guida puoi:


  • metterci tanto tempo ma arrivarci lo stesso;
  • puoi correre pericoli di vita e non arrivare mai;
  • puoi farti spaventare da situazioni impreviste e fare danni alla natura;
  • puoi accendere fuochi e creare incendi;
  • puoi cadere in burroni.
Insomma nel migliore dei casi sei arrivato in cima con molto più tempo e non è detto che tu abbia imparato molto. Perché mentre dovevi capire che sentiero scegliere o che parete scalare, non avevi tempo di fermarti e segnare sulla mappa, mentre avevi freddo non avevi tempo di capire che intorno c’erano lupi e magari in quella zona non era bene tornarci. Insomma le variabili da tenere presente quando si va da soli sono troppe per farne esperienza immediata. Potrai poi farne esperienza quando tornerai una seconda o una terza volta, ma anche lì ci vorrà il doppio del tempo che se la prima o la seconda volta lo avessi fatto con una guida.
Proprio per questo esistono le persone che insegnano, che guidano, i maestri, le guide spirituali, i professionisti ecc.
Ad esempio, ancora, nel caso in cui tu debba affrontare un processo e tu sia in America (in Italia non è ancora possibile), tu puoi scegliere di difenderti da solo. Ma se non sei un avvocato, quante possibilità pensi di avere di vincere una causa?
Se hai un mal di testa o una malattia, puoi curarti da solo, ma quante possibilità hai che la malattia ti passi in un tempo breve rispetto al fatto che tu chiami o senti prima un medico?
Nel resto della vita nelle relazioni, nelle comunicazioni è sempre lo stesso.
Il genitore ha più esperienza del figlio, il maestro ha più esperienza dell’alunno.
L’esperienza va fatta in prima persona, ma se si è “furbi” si risparmia tempo e strada.

A: Il detto: “Molto potere a chi non lo usa” e il capitolo sul “Re” del “Piccolo Principe” hanno una relazione con quanto detto circa il libero arbitrio o circa il “forzare/non forzare”?

J: Per quanto riguarda gli angeli è vero abbiamo molto potere, ma lo usiamo quando ci viene ordinato. Ci sono, nella vita degli esseri umani, invece persone che hanno grandi doni/talenti e anche grande potere e, o non li usano, o li usano male.
Forse non ricordate più quanto abbiamo detto già precedentemente. I “doni/talenti” non vengono affidati agli uomini per “bontà divina”, ma per un loro percorso karmico. Quando un uomo nasce non ricorda però il suo passato, quindi si trova con doni particolari e può scegliere come usarli e cosa farne. Lo vediamo in molti casi nella vita di ogni giorno e nella stria degli uomini.
Poi ci sono poteri che vengono dati dall’energia divina, e questi sono i doni cosmici. Vi ricordate? Ne abbiamo parlato
Quando si è “scelti” per un compito particolare, come ad esempio nel vostro caso, vi è stato dato il potere di mettervi in contatto con me. Non è un potere che hanno tutti. Se ne abusate, vi verrà tolto.
Abusarne vuol dire “usare il potere dato dall’energia divina, fuori dai compiti che sono stati assegnati”.
Se una guida si mette in contatto con un canale, spiega a questo il compito che devono svolgere insieme. Come ho fatto io con voi. Fuori da questo compito non dovreste uscire. Avete la scelta di farlo, ma se uscite il potere vi viene tolto, perché non è un potere umano.
Quindi qualunque modo usiate per abusare (a fini di gloria personale, a fini economici, a fini di usare le menti altrui, a fini fuori da quanto vi è stato chiesto) non andrà bene.
Mentre nel mondo degli angeli ci sono regole precise e dobbiamo aspettare ordini o dall’energia divina o dagli uomini. Nel caso degli uomini il libero arbitrio permette di avere sempre una ampiezza di scelta. Ma anche l’uomo non può scegliere quando fare avvenire un tramonto (eheheh!).
Circa il “forzare” non si può forzare mai nulla, nemmeno gli eventi, tuttalpiù li si può favorire o si possono favorire le circostanze affinché un evento accada. Ma non si può fare accadere un evento se non lo si è scelto.
Mettiamo il caso delle catastrofi naturali. L’uomo ha “favorito” il crearsi della catastrofe, con il suo comportamento poco attento e poco ecologico, ma la catastrofe poi arriva quando l’uomo meno se lo aspetta…
L’uomo sta oscurando il sole e sta creando situazioni di disequilibrio tra caldo e freddo, succederanno cose in base alla sua scelta.

A: L'uomo sta oscurando il sole? Cosa intendi?

J: Nel senso che lo smog, i rifiuti, le emanazioni di gas stanno inquinando profondamente l’atmosfera. Ci sono pericoli per il pianeta, questo già ve lo dissi a suo tempo. Questi pericoli purtroppo stanno aumentando e non riusciamo a contenerli.
I pensieri poi ultimamente sono veramente deleteri e creano una cappa terribile. Ecco perché c’è bisogno di “disinfestatori” ovvero come li hai chiamati tu “portatori di gioia”. Il male oggi è la depressone e la depressone è il calare delle tenebre. C’è una mancanza di equilibrio al momento. La depressione supera la speranza. Non ancora di molto, ma è già preoccupante. Se poteste vedere la cappa che c’è sopra le città e non solo di smog, ma di pensieri negativi, sareste preoccupati anche voi.
Purtroppo però, con il libero arbitrio non si può agire e allora non ci resta che “canalizzare” e usare chi ha scelto, prima di venire sulla terra, di rendersi strumento per aiutare a liberare e ad equilibrare.
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